Società

CHIP NELLA BUFERA. STM PRECIPITA AI MINIMI DAL ’98

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Prosegue il momento difficile di StM. Dalla seduta del
2 gennaio, la società di Carlo Bozotti ha perso in Borsa
il 16,19 per cento. E ieri ha terminato in Piazza Affari a
8,26 euro per azione (-2,79%), quotazioni sulle quali
StM viaggiava nell’ottobre del 1998. Con volumi record:
quasi 13 milioni i pezzi scambiati, contro una media
giornaliera dell’ultimo mese di 6 milioni. E va giù
anche Eems (-4,97% a 3,29 euro), il gruppo attivo nell’assemblaggio
e collaudo dei microchip.

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La giornata borsistica di ieri è stata negativa per tutto
il settore dei semiconduttori europei, tra i peggiori
nel Vecchio Continente. A «condannare» il comparto ha
contribuito un report
di Credit Suisse che ha
tagliato il giudizio sul
segmento a «market
weight» da «overweight
». In particolare, gli
analisti svizzeri hanno
rivisto al ribasso la raccomandazione
sul titolo
della società italo-
francese a «neutral»
da un precedente «outperform
», tagliando il
target price da 13 a
10,5 euro (-24%).

Su StM, per giunta, continua a pesare
il timore che la debolezza del dollaro possa influire
negativamente sui margini di StM. La società di Bozotti
sconta anche il rinvio della nascita della joint venture
con Intel per le memorie Flash. La firma era attesa
nel 2007, ma è stata posticipata al primo trimestre
2008. Inoltre, vive di riflesso la crisi del suo più grande
cliente, Nokia, che sta perdendo quote di mercato.
Secondo Credit Suisse, il probabile rallentamento
della crescita dei mercati chiave come i semiconduttori
per infrastrutture tlc, automotive e industria, si ripercuoterà
sugli utili di tutte le società produttrici di
chip. Dunque, per l’anno in corso, un ruolo decisivo lo
avranno la crescita del Pil mondiale e l’andamento del
dollaro. Una flessione congiunturale potrebbe portare
a rivedere le stime al ribasso.

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