Mercoledì il produttore di semiconduttori tedesco Infineon, parte del gruppo Siemens, comunicherà i dati di bilancio del primo trimestre dell’esercizio 2000/2001, cominciato il 30 settembre scorso. Tutti gli analisti hanno abbassato le loro stime di utili per azione, che variano da €1,78 a €0,94.
Gli esperti concordano nel fatto che i risultati di Infineon saranno influenzati negativamente dal cattivo andamento degli affari con i chip di memoria dinamica DRAMs (abbreviazione di Dynamic Random Access Memory) usati dai personal computer.
Negli ultimi mesi i prezzi di questi chip sono caduti drasticamente. Inoltre, il presidente dell’impresa, Ulrich Schumacher, ha dichiarato a novembre che la richiesta di questo prodotto da parte dei produttori di PC`s era in diminuzione a causa della regressione economica.
Per questi motivi tutti gli analisti delle grandi banche di investimento hanno rivisto al ribasso nelle ultime settimane le loro previsioni riguardanti l’utile per azione di Infineon nell’esercizio 2000/2001.
Matthias Schneck della HypoVereinsbank pronostica, ora, solo €1,35 per azione (stima precedente: €1,88 euro). Ieri la ABN Amro ha rivisto le sue previsioni da €1,86 a €1,78 per azione.
Tra le altre valutazioni sono da citare quelle di Goldman Sachs: €1,17 euro (fino al 16 gennaio la banca stimava €2,26), della Credit Suisse First Boston (€0,94 contro i €1,50 della stima precedente) e della Deutsche Bank (€1,28 euro contro €1,74 stimati fino all’ otto gennaio).
Tra gli analisti sussistono, però, opinioni differenti per quanto riguarda le prospettive a lungo termine di Infineon.
In attesa dei risultati di domani gli strateghi della Credit Suisse First Boston, di Goldman Sachs e della Deutsche Bank hanno confermato il loro giudizio positivo sul titolo essendo convinti che, a partire dal terzo trimestre, le ordinazioni di DRAMs ricominceranno ad aumentare sensibilmente.
Infineon si trova, perciò, ancora sulla “Recommended List” di Goldman Sachs, mentre per la CSFB e la Deutsche Bank è sempre un titolo da comprare con un target price per i prossimi dodici mesi rispettivamente di €50 e €65 euro.
Meno ottimisti sono Schneck della HypoVereinsbank e Theo Kitz di Merck Finck & Co. che non credono che il mercato di questi chip possa riprendersi così velocemente: la fase di debole congiuntura dovrebbe lasciare il suo segno negativo su questo settore per la durata di più trimestri.
I dirigenti di Infineon hanno deciso di ristrutturare l’impresa proprio affinché questa non dipenda più, quasi esclusivamente, dal mercato dei chip per i PC. Infatti, Infineon genera il 75% del suo fatturato con questi chip.
Concentrandosi maggiormente sui semiconduttori per applicazioni nell’industria automobilistica e nel settore delle telecomunicazioni questa quota dovrebbe essere ridotta, già nel 2002, a circa 30% del fatturato totale.