(9Colonne) – Roma, 8 mag – “Non è più possibile restare a guardare mentre un quarto, o forse addirittura un terzo della popolazione fa uso di droghe. Sono sempre stato antiproibizionista, ma oggi dico che è ora di cambiare: bisogna affermare il principio che drogarsi non è lecito, che la nostra società non lo accetta”. Sergio Chiamparino, sindaco Ds di Torino, in una intervista al Corriere della Sera, all’indomani della rapina mortale ai danni di un tabaccaio, chiede al Parlamento nuove norme per punire non solo chi spaccia ma anche chi consuma stupefacenti. I tossicodipendenti, afferma, vanno obbligati “a riparare il danno fatto. Perché chi consuma droga alimenta un mercato criminale che è all’origine di reati di ogni tipo, dai più banali ai più efferati, e un clima di insicurezza che la gente comune non sopporta più. Quindi, chi viene sorpreso a consumare dovrebbe dedicare alcuni giorni a rendersi utile, pulendo la città o lavorando nelle case di riposo, e sono solo due esempi. Una sanzione non penale, ma che può creare un deterrente perché si perde tempo e ci si espone a una pessima figura, in casa e sul lavoro”. Chiamparino esprime quindi perplessità sulla tesi che se il mercato della droga venisse liberalizzato la criminalità diminuirebbe: “Negli anni ’80, all’epoca delle grandi polemiche, ero più d’accordo con don Ciotti che con Muccioli. Ma qualcosa non funziona. Se drogarsi è consentito, perché non dovrebbe esserlo vendere la droga? La legge attuale è contraddittoria, il concetto di ‘modica quantità’ è ipocrita. Poi parli con i cittadini e ti accorgi che hanno paura, quella che si chiama ‘insicurezza percepita’. E se non hanno paura quanto meno sono a disagio quando vedono lo spaccio e il consumo, che ormai sono ovunque”.
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