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CHI GUIDA LA POLITICA ECONOMICA?

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Il governatore della Banca d’Italia ha rilanciato. La sua audizione in Parlamento sul Dpef restituisce l’immagine di una politica economica che segue due direttrici diverse. C’è un ministro dell’Economia (appoggiato da un presidente di Confindustria) che dice che l’Italia non è a rischio declino, e Antonio Fazio che invece lo afferma. Il Tesoro esclude il cartellino rosso da Bruxelles e senza bisogno di manovre aggiuntive, e via Nazionale invece non le esclude affatto.

Tremonti per evitare altre inutili polemiche annuncia che l’anno prossimo il Dpef sarà ancora più snello, e Fazio osserva che il documento è invece carente del necessario. Il ministro che di fronte alla carica dei suoi colleghi ha preferito tenersi basso su come attuare le prossime tappe della riforma fiscale, e il governatore che lo infilza notando che sono proprio gli sgravi a mancare. Tremonti costretto ad affrontare persino gli attacchi della Corte dei conti contro il ragioniere generale dello Stato e il decreto taglia spese, e la Banca d’Italia afferma che la rendicontazione pubblica va cambiata dalle fondamenta. Nemmeno dove in apparenza sembra regnare l’accordo, i fatti tengono dietro alle intenzioni.

In queste settimane il ministro sta bruciando molti ponti alle sue spalle, proprio al fine di convincere colleghi e maggioranza della necessità di una riforma strutturale delle pensioni. Eppure anche su questo tema, dove Fazio e Tremonti concordano, le osservazioni del governatore sembrano colpi di sferza su una ferita aperta più che balsamo per convincere ai necessari interventi i riottosi, che non stanno al Tesoro.

Il riordino del sistema bancario? Le fondazioni devono mantenere quote cospicue nelle banche, per il governatore, mentre l’azione del governo è stata volta esattamente all’opposto, al fine di indurle a investimenti socialmente utili. Le recenti polemiche sui bond piazzati dalle banche senza informare i risparmiatori dei rischi? Fazio su questo ha criticato solo il Monte dei Paschi di Siena, mentre all’Economia già si annunciano nuove riunioni del Cicr dove il problema è ben più ampio.

Anche Fini, che a Fazio si era esplicitamente riavvicinato in polemica con Tremonti, dopo le parole del governatore ha ritenuto ieri opportuno riservargli una rispettosa replica. Perché la questione ormai è innegabile. Col massimo rispetto dei ruoli istituzionali di ciascuno, fino a che grado si può sopportare una politica economica a quattro mani?.

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