Società

CHE SBAGLIO
IL «SELL IN MAY
AND GO AWAY»!

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“Sell in May and go away” (“Vendi a maggio e vai via”) e’ il vecchio detto borsistico che riassume la tendenza tipica dei listini di sovraperformare tra novembre ed aprile per poi rallentare tra maggio e ottobre. Nonostante a supporto di questo detto vi sia un’evidenza storica di oltre mezzo secolo, il rally del mese scorso, ancora in corso ai primi di giugno, fa sperare molti investitori nell’ottenimento di guadagni estivi sui propri portafogli.

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Ma allora, puntare sull’azionario in questo momento e’ una mossa saggia o azzardata?

Alcuni dei migliori esperti su piazza affermano che il rimbalzo dei mercati a partire dallo scorso 28 aprile (Nasdaq in rialzo del 9%, Dow e S&P di quasi il 5%) ha ancora spazio per un’ulteriore salita. Non mancano, tuttavia, i timori che una nuova fiammata dei prezzi energetici, una decisa ripresa dell’inflazione o dei tassi d’interesse possano porre termine al trend rialzista.

Se si decide di scommettere sul rialzo dei mercati, ci si trovera’ in ottima compagnia. Tra i dieci migliori market timer dello scorso anno, stando a Timer Digest, sette sono bullish, due bearish ed uno “neutral”. In verita’ quest’utimo, Tim Ord dell’ Ord Oracle, dichiara che il trend e’ rialzista e che ogni ritracciamento dovrebbe essere visto come un’occasione d’acquisto.

I due migliori timer, David Luciano e William Ferree, sono entrambi “bullish”. Luciano, in particolare, prevede un forte rally nel mese di giugno.

Richard Moroney, redattore di Dow Theory Forecasts e di Upside e’ ancora bullish. Per determinare i trend borsistici, Moroney si basa sulla “Dow Theory,” un sistema che utilizza la dinamica del Dow Jones Industrial Average e del Dow Jones Transportation Average. Tale metodologia evidenzia uno “strong buy” su Pepsi. Anche se il recente calo del petrolio e la dinamica dei rendimenti sui bond a lunga scadenza sono elementi incoraggianti, Moroney predica prudenza prima di dichiarsi ottimista sui futuri andamenti dei prezzi energetici e della curva dei tassi d’interesse.

L’andamento dei tassi d’interesse e’ esattamente cio’ che spaventa un veterano degli analisti di mercato come Jim Stack, redattore dell’InvesTech Research. Nonostante Stack non veda dalla rappresentazione grafica dei listini nessuna avvisaglia di pericolo, e’ la politica della Federal Reserve a renderlo abbastanza cauto. Gli ultimi 11 mesi di rialzi consecutivi, coi tassi a breve saliti dall’1% al 3%, sono la ragione che lo hanno spinto a mantenere nel suo portafoglio un 27% in liquidita’ e a sovrappesare settori come l’energetico e quello dei titoli legati alla sanita’.

A partire dal 1955, Stack sottolinea come solo tre delle dieci manovre di restrizione monetaria condotte dalla Fed non si siano concluse con un mercato “orso” e solo due non siano terminate al sorgere di una fase recessiva.
L’unico atteraggio “morbido” pilotato dalla Fed che non si e’ concluso con un mercato in ribasso o una recessione e’ stato tra il 1994 ed il 1995. Si comprendono, quindi, i timori dell’analista. Due titoli su cui Stack esprime un giudizio “buy” sono Devon Energy e Pfizer.

Christopher Johnson, chief technical strategist di Schaeffer’s Investment Research, editore di Bernie Schaeffer’s Option Advisor, ricorre all’analisi tecnica e del sentiment degli investitori per identificare le opportunita’ di investimento. Johnson mette in evidenza come l’attuale sentiment evidenzi una certa indecisione del pubblico investitore ad optare per l’azionario. All’opposto il mercato evidenzia, dal lato dell’analisi tecnica, l’elevata possibilita’ di trarre profitti.

L’unione di un pessimismo residuale, ma ancora esistente, e di un ottimo quadro tecnico e’ la situazione ideale per un potenziale rally.
Johnson vede ancora un “perdurante pessimismo” in ambito degli exchange traded funds che replicano i maggiori indici di mercato: SPDR, Diamonds, e il Nasdaq 100 Trust (QQQ). Johnson sottolinea come si sia lontani da quell’ottimismo imperante che di solito caratterizza la fine di un trend bullish.
Altri esperti, come Jack Adamo di Jack Adamo’s Insiders Plus, sono stati spinti dal recente rally a diventare meno bearish. Questo weekend, Adamo ha raccomandato ai suoi investitori di vendere il Prudent Bear Fund (BEARX), nonostante ancora li incoraggi a mantenere una posizione di copertura del 4% in Rydex Ursa (RYURX).

Adamo, che prevede per i prossimi mesi inflazione in salita ed una crescita dell’economia piu’ lenta (ovvero una stagflazione), ritiene che vi siano ancora opportunita’ di trarre profitti dai listini. Adamo dichiara che per ottenere guadagni non bisogna puntare su grandi movimenti degli indici, ma su una strategia di sector picking e di individuazione dei titoli coi maggiori potenziali di crescita. I due settori favoriti dall’analista sono quello energetico e quello delll’oro. Come Stack, anche lui mantiene un buy su Devon Energy, come anche su Anadarko Petroleum.

Jim Oberweis, redattore del Oberweis Report, e’ ancora molto positivo sulle potenzialita’ di crescita delle societa’ di piccola-media capitalizzazione. Oberweis osserva come le valutazioni per questo segmento siano ancora ragionevoli ed in alcuni casi addirittura migliori di quanto lo erano nel 2003 e nel 2004. Questo perche’ non solo i prezzi, in media, sono scesi dall’inizio dell’anno, ma anche perche’ gli utili sono saliti. Uno degli ultimi colpi di Oberweis? Il produttore di bevande Hansen Natural: ha comprato il titolo lo scorso anno a $25 e di recente quotava $74.54. Lo considera ancora una buona opportunita’ d’acquisto.

In conclusione, l’estate di solito non e’ il periodo migliore dell’anno per il mercato azionario. Ma i mercati bullish si caratterizzano proprio dal superamento delle tradizionali paure. E l’estate come cattiva stagione non e’ altro che uno dei tanti miti da sfatare. A seconda di come si mescoleranno le prospettive sui tassi d’interesse, sull’inflazione, sui prezzi del greggio, la paura del terrorismo e dello scoppio della bolla sull’immobiliare, si otterra’ il cocktail che decidera’ se il mercato estendera’ i guadagni durante l’estate o meno.