
Alessandro Gazzi è un centrocampista classe ’83, grintoso e dal buon piede sinistro.
Un temperamento, il suo, che si sposa alla perfezione con il carattere della compagine a cui offre le prestazioni dalla scorsa estate: il Torino.
Ma Gazzi è anche un vorace ascoltare di musica rock alternativa e il suo gruppo preferito sono i My Bloody Valentine, band irlandese responsabile di album di culto – edificati a suon di melodie sepolte da feedback e distorsioni – come “Isn’t Anything” e, soprattutto, il capolavoro “Loveless”.
Ma, per ammissione dello stesso calciatore granata, nei diversi spogliatoi che ha frequentato in giro per l’Italia non ha mai trovato tanti colleghi con cui condividere le sue passioni per musica, cinema e letteratura del circuito indipendente. Soltanto a Siena ha potuto subito stringere amicizia e scambiare un bel po’ di dischi con Luigi Giorgi, compagno di reparto in campo e autentico fanatico dei gruppi indie, alternative e post-rock anglosassoni e a stelle e strisce.
E gli altri campioni della “pelota” nostrana?
Se Alex Del Piero non ha mai negato il proprio amore sconfinato per i “fratelli monociglio” Liam e Noel Gallagher e Daniele De Rossi è un grande estimatore del cosiddetto “classic rock”, sorprende forse un po’ l’ammirazione di Marco Borriello per i Verve, band conosciuta soprattutto per la “hit” degli anni ’90 “Bittersweet Symphony”, ma in realtà autrice di una manciata di album tutt’altro che di facile presa melodica.
Tuttavia, a parte qualche caso isolato, nell’Ipod dei calciatori italiani si trova tanto hip-hop e altrettanta melodia in salsa italica.
Ma riuscite a immaginarli i nostri eroi mentre scendono dall’autobus che li conduce negli spogliatoi e si caricano per il match che li aspetta ascoltando in cuffia “Marco se n’è andato e non ritorna più”?