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Che fine ha fatto la tassa sulle banche? Il G20 e la grande occasione perduta

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(WSI) – Il focus dell’apertura dei mercati è rivolto al G20 tenutosi a Toronto durante il week end. I Grandi hanno fatto una scoperta sconcertante: la ripresa è fragile e diseguale e risulta quindi cruciale riuscire a darle vigore. Nella bozza del comunicato finale, i partecipanti, affermano che per sostenere la ripresa occorre continuare a mettere in atto i piani di aiuto e di stimoli esistenti, cercando, allo stesso tempo, di creare le condizioni affinchè la domanda privata aumenti.

Beh, grazie di avercelo detto, pensavamo andasse tutto bene. Per quanto riguarda invece il discorso deficit, i Paesi del G20 si sono impegnati a favore di piani fiscali che dimezzeranno i disavanzi entro il 2013: le economie con gravi problemi fiscali dovranno altresì accelerare il ritmo del consolidamento. I piani di risanamento, avverte però il comunicato, dovranno essere favorevoli alla crescita. Grazie anche di questo.

Sul lato protezionismo è stato palesato e rafforzato l’impegno, per quattro anni, a non innalzare barriere. L’apertura dei mercati, secondo i partecipanti, svolge un ruolo essenziale a sostegno della crescita e della creazione di posti di lavoro e contribuisce agli obiettivi definiti nel quadro di azione del G20 per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata.

L’ultimo punto degno di nota risulta essere legato al discorso povertà nel mondo: il G20 ha perso l’occasione di ridurre la povertà attraverso la creazione di una tassa sulle banche, che sarebbe servita ad aiutare tutte le persone impoverite dalla crisi economica. Voto: 2. Un meeting, oseremmo definire, di forma, perché di sostanza ce n’è davvero poca.

Ed in un momento come quello attuale di tutto abbiamo bisogno, tranne che della mancanza di concretezza. Passiamo oltre, ulteriori commenti non servirebbero a nulla e concentriamoci sulla settimana che ci apprestiamo a vivere per cercare di trovare degli spunti interessanti in grado di farci prendere profitto sui mercati. Gli appuntamenti più importanti cominceranno da mercoledì, quando vedremo in pubblicazione il Pil della Gran Bretagna, atteso come il precedente a -0.2% sull’anno. Nella stessa giornata anche il Canada ci comunicherà come si sta muovendo il suo GDP, e le attese per il mese di aprile stimano un miglioramento dello 0.1% contro un precedente 0.6%.

Il secondo grosso appuntamento ci aspetta venerdì, con i Non Farm Payrolls per il mese che sta volgendo al termine: dopo l’ultimo dato che ha mostrato una creazione di posti di lavoro pari a 431.000 unità durante il mese di maggio (dovremo vedere se questa rilevazione verrà rivista), ci si attende un dato negativo (-110k) che se confermato, darebbe un’ulteriore scossone all’intero sistema economico mondiale. Anche il tasso di disoccupazione, dopo il miglioramento da 9.8% a 9.7% mostrato il mese scorso, è atteso in retromarcia a 9.8%.

Passiamo all’analisi tecnica, cominciando dall’immancabile, e preferito dal mercato, eurodollaro. Notiamo come la tendenza evidenziata negli ultimi giorni sia tuttora rispettata. La tendenza che contiene i minimi crescenti dal 1.1880 suggerisce così un supporto per le prossime ore nei pressi di 1.2275, mentre continuiamo ad ipotizzare un punto di arrivo nei pressi del doppio massimo di 1.2460: questo potrà avvenire sempre che la prima resistenza di breve, evidenziata a 1.2395 durante la notte, sia oltrepassata.

Allo stesso modo, ma invertita, continua la tendenza ribassista sul cambio UsdJpy, con una resistenza dinamica ogni giorno inferiore grazie alla trendline, questa volta ribassista, che congiunge i massimi decrescenti da 92.85 visto ad inizio giugno. Gli obiettivi di questa tendenza sono dati a 89 figura e a 88.25. Per osservare una ripresa di forza del biglietto verde invece dovremmo assistere al superamento di questa trendline, che per le prossime ore transita in area 90.80.

Il cable ha oltrepassato di qualche punto il livello di doppio massimo a 1.5050 e si trova in questi istanti proprio nei paraggi. L’idea è che la tendenza sia ancora rialzista e che una strategia a favore di sterlina debba contemplare una protezione cautelativa al di sotto del livello di supporto a 1.4830. Finobacci in questo caso suggerisce che una rottura definitiva della resistenza sopra indicata debba ricondurre i prezzi al punto di partenza della discesa iniziata ad aprile, in area 1.55.

Seppure abbia fornito un segnale, provando una rottura ribassista, il cambio GbpJpy rimane ancora all’interno del range suggerito da alcuni giorni. I due livelli ricordiamo ancora, sono dati da 133.20 e da 135.90 e una strategia di breakout, arrivati a questo punto, forse potrebbe essere la più profittevole.

Il cambio UsdChf, complice un dollaro in una fase di debolezza ed un franco mai così forte nella storia dell’euro, mette a segno obiettivi ribassisti con estrema facilità. Saltato definitivamente 1.1030, venerdì, non ci resta che confidare in 1.0820 (livello chiave non solo perché suggerito dal 50% di ritracciamento del movimento rialzista iniziato a 99.25 e culminato a 1.1730, ma anche perché qui transita la linea di supporto dinamica che congiunge i minimi sempre superiori dello stesso movimento iniziato lo scorso novembre).

Parlavamo dell’euro nei confronti del franco, ebbene oltre a registrare minimi “storici” sempre inferiori sarebbe difficile fare altro. Chi si intende di Elliott, e tra i nostri lettori ce n’è più di quanti ce ne aspettassimo, e sta vedendo in questo ultimo movimento ribassista una quinta onda discendente sa anche che l’obiettivo è ben al di sotto di quanto visto adesso: la proiezione in questo caso indica un obiettivo prossimo a 1.30! Anche in base a questa premessa continuiamo a suggerire la massima cautela a chi volesse entrare lungo a favore della ripresa della moneta unica.

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