Le elezioni presidenziali in Brasile tengono sulla corda non solo il popolo carioca. Ad essere preoccupati sono anche gli investitori internazionali, che dopo essersi scottati malamente con il default argentino, non sono piu’ disposti a correre rischi inutili.
Il mega-prestito da $30 miliardi da parte del Fondo Monetario Internazionale approvato ad agosto aveva riportato momentaneamente serenita’ tra chi aveva investito nel Paese. I crescenti consensi dei candidati di sinistra hanno tuttavia riportato l’incertezza tra gli investitori. Alcune passate dichiarazioni di Luis Ignacio Lula, il candidato di sinistra con le maggiori possibilita’ di vittoria, lasciano particolarmente perplessi i mercati finanziari internazionali.
Alla luce dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali dello scorso weekend, dove Lula ha ridotto i concorrenti al solo Jose Serra, candidato dell’attuale governo, abbiamo chiesto a Neil Dougall, capo della ricerca economica sull’America Latina di Dresdner Kleinwort Wasserstein, un parere sul Brasile.
Wall Street Italia: Mr. Lula non e’ riuscito a vincere le elezioni al primo turno. Questa e’ una buona o cattiva notizia per gli investitori internazionali?
Neil Dougall: E’ una notizia positiva, nel senso che lascia aperta ancora una possibilita’ di vittoria per Serra, che rimane il candidato preferito dagli investitori internzionali. Tuttavia, perche’ egli abbia concrete possibilita’ di riuscire nell’intento sara’ necessario un duro lavoro di campagna elettorale e un cambiamento di linea. Inoltre, considerato l’enorme vantaggio di Lula (oltre 46%) contro Serra (appena sotto il 24%), l’effetto positivo sui mercati e’ destinato ad essere di breve durata.
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