*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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(WSI) –
Che il mercato azionario dovesse tirare il fiato lo sapevamo un po’ tutti, e anche a detta del presidente della BCE, questa correzione può definirsi sana. Ma nonostante il rimbalzo di inizio settimana, nel tirare le somme dell’ottava appena conclusa, ci si accorge che le ferite inferte dalla zampata dell’orso sono più profonde di quanto ci si potesse attendere: -9,71% in sole cinque sedute per il Dax, l’indice finora più forte tra quelli maggiormente capitalizzati a livello mondiale.
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Che qualcosa si fosse “inceppato” sul listino di Francoforte, lo si era capito già da qualche giorno: i più attenti avranno infatti notato che già dalle sedute antecedenti a quella di venerdì 20 ( coincidente con le scadenze tecniche) il Dax stava restituendo parte della forza relativa accumulata nel corso degli ultimi sei mesi nei confronti delle altre piazze mondiali. Ma c’è un dato ancora più curioso, che ha attirato la nostra attenzione: il 17 luglio , in fase di pre-apertura ( quella che va dalle 7:50 alle 8:00) il Dax aveva fatto segnare un’oscillazione teorica da 8200 a 7900 punti, ma soprattutto lunedì 23 luglio, per un non ben precisato problema tecnico, il prezzo teorico di apertura alle 8:00 era di 5245 punti , in ribasso del 32,6% rispetto alla chiusura del venerdì ( e che non si sia trattato di uno spike lo si capisce anche dai molti grafici inutilizzabili di molte piattaforme italiane che considerano “validi” i prezzi teorici dalle 8 alle 8:05). Coincidenze o banali problemi tecnici, fatto sta che da quella mattina il Dax ha iniziato una discesa ininterrotta di oltre 500 punti.
Per approfittare della discesa lo strumento più adatto, sempre restando nel mondo dei certificati, era ed è il Minifuture Short strike 8400 ( current strike 8433) emesso da Abn Amro. Lunedì 17 in apertura il certificato veniva scambiato a 0,36 euro e in 5 giorni ha realizzato una performance del 191% arrivando a toccare un massimo a 1,058 euro. Da segnalare che il certificato è uno dei pochissimi certificati con leva rimasti sul segmento leverage, e che tra l’altro impone uno spread denaro-lettera non proprio agevole per trades di breve ( da 6 a 8 punti indice): ma nonostante questo, nella sola seduta di venerdì i trader ne hanno scambiati oltre 6 milioni di pezzi , per un controvalore di circa 6 milioni di euro.
Quando si parla di certificati con leva ed in particolare di minifuture dotati di uno stop loss automatico, i rischi sono elevatissimi. La performance straordinaria ( soprattutto se rapportata al fatto che il minifuture è uno strumento lineare, che non perde valore col tempo e che poco o nulla ha a che fare con i covered warrant) non deve infatti trarre in inganno, inducendo a considerare il certificato senza un’adeguata preparazione tecnica. Tra i rischi c’è senza dubbio da inserire il costo derivante dallo spread denaro-lettera: accettabile se l’operazione è di ampio respiro, molto meno se è di breve termine ( per quanto nel caso specifico crediamo che all’investitore che ha acquistato lunedì scorso non abbia pesato più di tanto lo spread nel computo finale).
Passando all’analisi dei vantaggi,quello principale sta nella possibilità di poter replicare una posizione rialzista o ribassista impegnando solo una porzione del capitale necessario per l’acquisto di un future. La leva è altresì un vantaggio ,e non solo per l’effetto moltiplicatore delle performance del sottostante. Naturalmente invitiamo a consultare la didattica relativa al funzionamento dei certificati con leva prima di procedere a qualsiasi valutazione. Codice ISIN: NL0000788917
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