(9Colonne) – Roma, 20 giu – L’85,7% degli italiani si sente colpito negativamente dall’attuale livello della pressione fiscale e delle tariffe. E ciò non sulla base di atteggiamenti di tipo ideologico ma per il riscontro che della pressione fiscale si ha nelle esperienze quotidiane, dalle tariffe legate ai servizi al netto nella busta paga. E’ quanto risulta da un ricerca del Censis di cui si parla oggi a Roma nell’ambito del ciclo dedicato a “Concentrazioni di potere e flussi nella sfera del denaro pubblico”. Gli aumenti dell’elettricità (il 57,3% degli italiani se ne lamenta), del gas (il 53,7%) e dei ticket sanitari (il 51,5%) sono gli ambiti di intervento fiscale che per gli italiani pesano di più. Seguono poi la tassa sullo smaltimento dei rifiuti (51,2%), l’acqua (48,7%), i servizi tecnologici, dai cellulari all’ADSL (il 36,7%), le trattenute in busta paga (il 31%), e i trasporti urbani (27,7%). Il ceto medio impiegatizio è quello che si sente più colpito nella fonte di reddito da lavoro. Chi, infatti, sottolinea come particolarmente gravoso il prelievo fiscale sono i lavoratori dipendenti, laureati, 30-40enni. La tipologia di persone che ritengono invece gravoso il prelievo indiretto realizzato tramite le tariffe dei servizi pubblici è rappresentata soprattutto da donne, che gestiscono direttamente le spese di casa, e da persone con titoli di studio non elevati e di età matura; ossia proprio da quelle categorie che più avrebbero dovuto avvantaggiarsi degli effetti re-distributivi delle manovre economiche e finanziarie messe in atto. L’inasprimento della pressione fiscale per circa il 59,3% degli italiani – osserva il Cenis – non era necessaria. A fronte di questo stato di cose, “purtroppo negli ultimi mesi il dibattito pubblico si è concentrato su un ideale di redistribuzione sociale del reddito che alla prova dei fatti sembra essersi rivelato un’illusione. Le situazioni da riequilibrare sono troppe e i soldi sono molto pochi. Se si mettono in fila le categorie sociali citate come potenziali soggetti beneficiari dell’ormai famoso sovra-gettito (tesoretto) se ne possono contare diversi milioni: quasi 4 milioni di anziani con reddito da pensione sotto i 500 euro, un milione e 300 mila lavoratori precari con contratto a termine, due milioni e mezzo di famiglie a basso reddito, e così via”. Cosa c’è da attendersi? Nonostante tutto – conclude il Censis – sembra esserci in giro più “anti-politica” che “anti-fiscalità”, perché sono molte di più infatti le persone secondo cui “se continua così la gente non andrà più a votare” (31,7%) che non quelle secondo cui se continua così “la gente non pagherà più le tasse” (13,6%).
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