(9Colonne) – Vienna, 16 apr – I calciatori professionisti non possono essere oggetto di mobbing e hanno diritto di allenarsi con i loro compagni anche se l’allenatore li ha messi fuori rosa. Il loro “diritto al lavoro” è stato sancito da una sentenza della Corte di Cassazione austriaca, che ha accolto il ricorso dell’ex nazionale Markus Schopp contro i Red Bull di Salisburgo, la squadra allenata da Giovanni Trapattoni che sta dominando il campionato. E fu proprio dopo l’arrivo del Trap che, nel maggio scorso, venne comunicato a Schopp – allora 33enne – che il suo apporto non rientrava più nei piani della società. Il 16 giugno 2006 il centrocampista (popolarissimo in Austria) pur continuando a percepire lo stipendio venne escluso dagli allenamenti. Schopp, che aspira ad essere convocato dalla sua Nazionale in vista degli Europei 2008, ha fatto ricorso al giudice per chiedere di essere almeno riammesso alle sedute di allenamento. Oggi la Suprema Corte gli ha dato ragione. Una soddisfazione esclusivamente morale, visto che nel frattempo il giocatore si è trasferito negli Stati Uniti, dove è stato ingaggiato dai Red Bulls di New York.
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