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Caso Telecom: “sicurezza nazionale in pericolo”

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ROMA (WSI) – Il Copasir lancia l’allarme: con la cessione di Telecom alla spagnola Telefonica l’Italia “rischia di non poter più controllare porzioni di sicurezza nazionale“.

Una questione su cui il governo promette la massima attenzione: “Ci sono asset strategici come la rete”, e dunque “vigileremo sull’accordo”, assicura il premier Enrico Letta da New York. E dall’esecutivo arriva già una possibile soluzione al problema: una separazione societaria “si può imporre con legge e si può dire alla società che svolge il servizio di separarsi da quella della rete”, suggerisce il viceministro Antonio Catricalà.

Con la rete fissa in mani straniere, avverte il vicepresidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi, Giuseppe Esposito, “non solo l’Italia sta perdendo quote di potere economico, ma adesso “rischia di non poter più controllare porzioni di sicurezza nazionale”, visto che sulla rete fissa di Telecom “passano tutti i dati sensibili relativi alle comunicazioni di ambasciate e ministeri”.

Dunque il Copasir chiede al governo di “intervenire per salvaguardare i processori di sicurezza nazionale”, con una “task force per monitorare quanto sta accadendo nei grandi gruppi che stanno per finire in mani straniere. Dalla rete passano tutte le comunicazioni strategiche del Paese”.

Una soluzione potrebbe essere già pronta, per scorporare la società che gestisce il servizio da quella che gestisce l’infrastruttura di rete: “Si può imporre con legge e si può dire alla società che svolge il servizio di separarsi da quella della rete”, spiega Catricalà, precisando che “ciò che non si puo fare è un esproprio senza indennizzo“.

Catricalà si è augurato però che questo non accada sostenendo che questa è “una buona occasione per accelerare la procedura avviata da Telecom per una separazione societaria con una governance indipendente”.

Altra possibilità, il regolamento sulla golden share per il settore delle comunicazioni cui il governo sta lavorando: “Da diversi giorni si sta lavorando a questo regolamento e al regolamento sulle strutture strategiche della difesa e della sicurezza. Non credo si sia giunti ad una conclusione definitiva. La decisione è politica, di vertice, e spetta al presidente del Consiglio: aspettiamo che ritorni” da New York. (TMNEWS)