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CASO FREEDOMLAND: LE MOSSE DEL SITI

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Siti (Sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio) promette battaglia sul caso Freedomland.

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Wall Street Italia ha raggiunto telefonicamente il segretario del sindacato milanese, Domenico Bacci, per farsi illustrare il piano di azione.

Siti ha intentato al Tribunale di Milano una causa civile per la richiesta di risarcimento dei danni subiti dagli azionisti dopo il crollo del titolo in Borsa. “Una causa – ci spiega Bacci – intentata contro tutte le controparti: tutti i consiglieri d’amministrazione di Freedomland, i componenti del collegio sindacale, la società di revisione, Banca Leonardo e Consob“.

Il sindacato non è nuovo a questo genere di azioni. In passato Siti si è occupato di altre situazioni difficili come l’affaire Banco di Napoli, Credito Fondiario e Gottardo – Logitalia gestioni, ma le cause sono ancora pendenti in sede penale.

“Siamo stati contattati da circa 200 azionisti Freedomland – aggiunge Domenico Bacci – ma speriamo di arrivare alla prossima assemblea della società del 20 settembre con in mano importanti deleghe. Il sindacato infatti, è interessato a contattare controparti interessate all’acquisizione del pacchetto di controllo di Freedomland”.

Secondo Bacci, tutto è nato dalla sopravvalutazione del titolo in fase di collocamento a €105, a metà della forchetta individuata dagli advisor tra €90 e €120.

Il titolo ha perso il 90% (oggi il titolo viene scambiato a €13,25 in rialzo dello 0,22%) con un grave danno per gli azionisti.

Siti punta sul risarcimento danni, anche se questa eventualità sarebbe un’assoluta novita nella borsa italiana. Comprare un titolo, infatti, presenta dei margini di rischio legati a fattori indipendenti dalla società e legati alle economie mondiali.

“È vero – dice Bacci – ma è proprio questo che la magistratura deve scoprire. La valutazione del titolo è stata gonfiata e lo ha ammesso lo stesso curatore fallimentare Guatri, quando ha ricordato che a concorrere alla valutazione del titolo c’è stata anche una valutazione sul fatturato in prospettiva futura di oltre otto anni. Un calcolo che non fa testo, ma che invece è stata usata per far salire il prezzo di collocamento”.

Un’altra delle accuse sulle quali si fonda l’iniziativa del Siti è un presunto abusivismo finanziario, legato alla Opv a 1.000 lire ad azione, lanciata dal fondatore della web-tv Virgilio Degiovanni e alle richieste della rete di rivenditori I&T. Su questo capitolo sta indagando la magistratura, che si è anche occupata del reale numero di abbonati a Freedomland.

Proprio da una indagine della magistratura su alcuni abbonamenti inesistenti partì la prima inchiesta del Tribunale di Milano sulla società milanese.