Società

Caso Fini-Tulliani, battaglia in Senato

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – È scontro aperto tra il Pdl e i finiani sul presidente della Camera e sulla casa a Montecarlo. La vicenda è stata al centro in mattinata di una informativa al Senato di Franco Frattini. «Il primo ministro di Santa Lucia – ha spiegato il titolare della Farnesina rispondendo all’interrogazione di un senatore Pdl – mi ha certificato l’autenticità del documento» che attesta Giancarlo Tulliani (fratello della compagna del presidente della Camera) come proprietario dell’immobile di Montecarlo. La linea del Pdl, trapelata dal vertice tra Silvio Berlusconi e i suoi è quella di insistere nel pressing su Gianfranco Fini perché lasci lo scranno più alto di Montecitorio. Rendere cioè evidente all’opinione pubblica l’incompatibilità tra il ruolo che Fini ha assunto come leader di Fli e quello che ricopre in qualità di presidente della Camera, nella certezza che esiste un «problema politico» al di là dell’aspetto giuridico. L’intervento di Frattini al Senato ha scatenato però le ire dei futuristi. Che, con una conferenza stampa convocata nel tardo pomeriggio, sono passati al contrattacco.

IL DOSSIERAGGIO E BERLUSCONI – Italo Bocchino, capogruppo dei finiani alla Camera, non ha usato mezzi termini: «Silvio Berlusconi – ha detto – è il mandante di questa azione di dossieraggio, il manovale è Valter Lavitola». Quindi la sfida: se il premier vuole liberarsi di Fini, ha spiegato Bocchino, c’è un modo semplice, «andare al voto». «Andiamo subito al voto e il presidente della Camera sarà un altro – ha aggiunto il capogruppo – Berlusconi ha paura del voto perché sa che sarebbe punito dagli elettori: non possono accettare che un leader moderato faccia quei festini ad Arcore. Ma sono certo che Berlusconi resterà asserragliato a Palazzo Chigi». Bocchino, inoltre, ha giudicato «gravissimo» il comportamento del presidente del Senato Renato Schifani che, «anche lui come Frattini, si presta alle richieste di dossieraggio istituzionale da parte di Berlusconi». Quanto a Frattini, i finiani lo ritengono responsabile di aver «infangato il ruolo e il prestigio della diplomazia italiana per la sua debolezza che non gli ha consentito di dire no a Silvio Berlusconi. Frattini, ha aggiunto Bocchino, «ha commesso tantissimi atti molto gravi». Un militante di Fli ha denunciato il ministro degli Esteri per abuso di ufficio dopo la risposta del data alla interrogazione urgente presentata al Senato. «Siamo certi che la denuncia andrà presto al tribunale dei ministri e vedrà presto Frattini doversi difendere» ha detto a riguardo Bocchino. Quella tra Pdl e Fli è una battaglia colpo su colpo. A Porta a Porta, il finiano Consolo, legale del presidente della Camera, ha esibito delle carte: «La casa di Montecarlo non è del signor Giancarlo Tulliani. Abbiamo qui le carte, le ho portate. Carta canta, villan dorme». E il Pdl rincara la dose: «Dica Fini se intende tenere fede alla sua promessa di dimissioni: la casa è del cognato. La prova ora c’è. Il nodo è politico.

«SOLO UN CHIARIMENTO» – Al Senato Frattini ha precisato che la Farnesina ha voluto accertare i fatti per fugare i dubbi di coinvolgimenti di apparati dello Stato in possibili azioni di depistaggio. Il documento di cui il capo del governo dell’isola caraibica ha confermato la veridicità era infatti già stato diramato dal ministro della giustizia di Santa Lucia ed era stato utilizzato dai detrattori di Fini come prova di un interessa privato del capo di Montecitorio nella trattativa. Sul fronte opposto erano però stati avanzati dubbi sulla veridicità del documento. Il ministro ha precisato in ogni caso che quello chiesto al governo di Santa Lucia non è stata una rogatoria bensì «un chiarimento puro e semplice». E la risposta, secondo quanto affermato da Frattini, è arrivata «alcune settimane fa». Fini aveva sempre smentito di essere stato a conoscenza dei retroscena di quella vendita, decisa dal partito per fare cassa e per evitare di avere accollati i costi di manutenzione dell’immobile. Ma in molti avevano ritenuto improbabile il fatto che il capo del partito non sapesse che l’immobile sarebbe poi arrivato, seppure tramite giri di società off shore, ad una persona a lui vicina per motivi famigliari. Erano poi stati sollevati forti dubbi sulla congruità del prezzo, considerato da molti inferiore ai livelli di mercato. Di lì i sospetti di un trattamento di favore per Tulliani.

LE OPPOSIZIONI – La vicenda ha suscitato molte polemiche. Francesco Rutelli ha annunciato di non volere essere presente in aula per ascoltare l’intervento del Ministro; l’Italia dei Valori, con Felice Belisario, ha detto di considerare sospetta la solerzia con cui Frattini si è presentato in aula a rispondere, a 24 ore dalla presentazione dell’interrogazione, quando alcune altre interrogazioni giacciono senza risposta da alcuni anni. Il finiano Carmelo Briguglio ha invece puntato il dito contro Berlusconi, accusandolo di avere «piegato» il ministro degli Esteri e il presidente del Senato, Renato Schifani, per esigenze di battaglia politica. Un altro finiano, Pasquale Viespoli, ha sottolineato con una battuta che lui stesso ha definito «amara», il fatto che la giornata iniziata con le note de «La vita è bella» in occasione del giorno della memoria, si sia trasformata in «Lavitola è bella», con riferimento all’ex esponente del Psi che avrebbe fatto da mediatore con il governo di Santa Lucia per sollecitarne l’intervento.

Copyright © Il Corriere della Sera. All rights reserved

Alleanza Nazionale nel 1999 riceve in eredità da una sua sostenitrice, la contessa Colleoni, una casa a Montecarlo. AN vende la casa nel 2008 per 300 mila euro, ma il Giornale sostiene che nel corso degli anni AN avrebbe ricevuto e rifiutato offerte superiori al milione di euro, più vicine al valore di simili immobili, e offre varie testimonianze a riguardo. La casa viene venduta a una società offshore dai titolari misteriosi, la Printemps Ltd, e viene poi ceduta alla Timara Ltd, che ha gli stessi titolari misteriosi. Pochi mesi fa il Giornale scopre che nella casa vive in affitto Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta Tulliani e cognato del presidente della Camera. Fini ha detto che gli acquirenti dell’immobile furono presentati ad AN dallo stesso Tulliani.

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta contro ignoti per appropriazione indebita e truffa aggravata, in seguito alla denuncia presentata da due esponenti della Destra, il partito di Francesco Storace. La denuncia ha a che fare col fatto che il testamento della contessa donava gli immobili a Fini “per la buona battaglia”, che i due esponenti della Destra considerano tradita dalla svolta politica intrapresa da Fini negli ultimi anni. Il 26 ottobre 2010 la Procura di Roma ha però confermato che non vi fu alcuna frode nell’affare, e ha chiesto quindi l’archivazione delle indagini su Gianfranco Fini.