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CASE IN AMERICA: LA BOLLA NON ANCORA SCOPPIATA

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Il mercato immobiliare, cresciuto con il boom economico degli anni ’90, anziche’ crollare in seguito alla recessione, ha continuato ad espandersi e, aiutato dal calo dei tassi d’interesse sui mutui, ha raggiunto l’anno scorso i livelli massimi di 6,15 milioni di case vendute.
E’ quanto si legge sul Wall Street Journal.

I prezzi delle abitazioni, infatti, sono cresciuti costantemente – +8,4% in dicembre rispetto all’anno precedente – lasciando credere che la recessione non ha eliminato del tutto gli eccessi.

Secondo alcuni economisti, pertanto, si e’ venuta a creare una bolla nel mercato immobiliare e questa potrebbe rallentare la ripresa economica.

Ian Morris, economista di HSBC Securities – una delle maggiori banche di mutui per la casa – ritiene che la situazione dei prezzi sia insostenibile, soprattutto se paragonata ai livelli del reddito. Secondo i suoi calcoli, il rapporto prezzo/reddito e’ a circa 1,6 indicando che le abitazioni sono molto care – e a livello del 1989, l’anno precedente il crollo dei prezzi immobiliari.

Il basso costo dei finanziamenti, poi, permetterebbe agli americani di acquistare case piu’ costose di quanto potrebbero permettersi e Morris ritiene che una crescita dei tassi potrebbe pertanto far crollare il mercato.
A maggior rischio le citta’ di San Francisco, Boston e Seattle, mentre New York, seppur cara, sarebbe piu’ abbordabile che negli anni ’80.

Previsioni negative sul mercato immobiliare anche per la societa’ di ricerca Ned Davis Research che ritiene che l’attivita’ corrente sia gonfiata dagli acquirenti che cercano di ottenere mutui per la casa prima che la Federal Reserve torni ad aumentare i tassi d’interesse e che quindi il mercato potrebbe rallentare presto.

Joseph Kalish, economista di Ned Davis, non pensa che esista una bolla nel settore, ma prevede un indebolimento del mercato immobiliare e un conseguente rallentamento della ripresa economica.

Altri economisti sono piu’ ottimisti.

Mark Zandi di Economy.com ritiene infatti che il settore immobiliare sia solido, anche se i prezzi probabilmente mostreranno di aver toccato i massimi.

Richard Berner, economista di Morgan Stanley, ammette poi che negli ultimi cinque anni i prezzi delle abitazioni siano cresciuti piu’ velocemente che nel passato, ma nonostante alcuni suoi clienti abbiano puntato il dito sul mercato immobiliare come causa di una recessione a ‘W’ – in cui l’economia si riprende per poi crollare di nuovo – non prevede alcun crollo.

Berner pensa che nei prossimi due anni la crescita dei prezzi rallentera’ a un 2%-4%, ma che l’offerta di abitazioni, sia nuove che esistenti, sia a livelli storicamente molto ridotti e questo contribuira’ a mantenere saldo il mercato.