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«Casa di Montecarlo, nessuna truffa». I pm: archiviazione per Fini

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«Nessuna truffa». I pm di Roma che si sono occupati dell’inchiesta sulla casa di Montecarlo hanno chiesto l’archivazione del procedimento penale. Il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, e l’aggiunto Pierfilippo Laviani hanno accertato l’insussitenza di azioni fraudolente in merito alla vendita di un appartamento di proprietà di Alleanza Nazionale a una società offshore, per cui erano indagati sia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sia l’ex tesoriere di An Francesco Pontone. Lo riferiscono fonti giudiziarie. Adesso sarà il gip a decidere nelle prossime settimane se archiviare o meno l’inchiesta.

I pm, ascoltati testimoni e studiate le carte giunte dal Principato di Monaco, ritengono che non ci sia stata alcuna frode nella vendita della casa, precedentemente donata all’ex partito di Fini da una sostenitrice, la nobildonna Anna Maria Colleoni. L’appartamento in questione è occupato attualmente da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini, Elisabetta Tulliani. La notizia che Fini e Pontone fossero stati iscritti sul registro degli indagati non era mai stata diffusa in precedenza. L’inchiesta era nata dalla denuncia di alcuni esponenti del partito La Destra di Francesco Storace.

«Qualsivoglia doglianza sulla vendita a prezzo inferiore – sostengono i pm – non compete al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile». Il valore dell’immobile, secondo quanto comunicato dal Principato di Monaco, era triplicato al momento dell’alienazione rispetto a quello dichiarato a fini successori, 273mila euro. «Tale valutazione – si spiega – della Chambre Immobiliere Monegasque, è stata effettuata in astratto, senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente».