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(WSI) – Una strategia alternativa che incontra sempre maggiori favori è l’Event Driven di tipo attivista. Secondo Matt Guarente, editorialista del settimanale Hedge Fund Manager, si tratta di uno stile d’investimento classico tornato di moda: «Chi non ricorda le scorribande di Gordon Gekko nel film Wall Street? Prendono ispirazione proprio dal personaggio interpretato da Michael Douglas i fondi che irrompono con la furia di un uragano nel board delle società su cui investono per spingerle in una direzione precisa e massimizzare la ricchezza degli azionisti».
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Il ritorno in auge di tale tendenza trova conferma dai dati raccolti da The Corporate Library, secondo cui le proposte rivolte nel 2005 dagli azionisti di riferimento ai consigli d’amministrazione dei gruppi quotati americani sono salite a 2.051, triplicando il numero rispetto all’anno precedente.
Tra i più famosi attivisti troviamo Carl Icahn, il finanziere che nei mesi scorsi è riuscito a convincere il management di Time Warner a varare un importante piano di buyback, pur fallendo nel tentativo di break-up. L’enorme liquidità in circolazione facilita l’azione dei capitalisti di ventura. Basti pensare alla velocità con cui Eddie Lampert ha messo insieme un miliardo di dollari per scalare Kmart, pilotarne l’unione con Sears e sedersi al timone di comando del nuovo gruppo. Per Ken Stemme, direttore della divisione alternativa di Northern Trust Global Advisors a Stamford, questo tipo di strategia si addice a chi ha le spalle robuste: «Non c’è spazio per i piccoli player. Occorrono conoscenze e contatti per mettere insieme enormi masse di denaro con tempismo e senza dare troppo nell’occhio».
I target naturali per i raider sono le società che quotano al di sotto del proprio valore intrinseco. Non solo i conglomerati poco efficienti, ma anche i gruppi ricchi di attività immobiliari non adeguatamente prezzati dal mercato (hidden hard asset) e le aziende con molta cassa a disposizione. «Nel contesto attuale – afferma Stemme – il cash in eccesso è una debolezza che gli hedge fund fiutano da lontano. Numerose imprese, soprattutto negli Stati Uniti, presentano una percentuale di liquidità altissima rispetto al debito a lungo termine. Se questa non viene messa a frutto in modo produttivo, si creano le condizioni ideali per l’attacco di Multistrategy ed Event Driven».
Una recente analisi prodotta dalla boutique di brokeraggio newyorchese Rochdale ha individuato le aziende americane più ricche di cassa. Si tratta di Lousiana Pacific (cash pari al 18% della capitalizzazione di mercato), Power Conversion (17,5%), Applera (16%), Hasbro (12,3%), Best Buy (11,5%), Gap (11,3%) e J.C. Penney (11,25%). Altri conglomerati sottovalutati rispetto alla somma delle parti delle singole divisioni sono Altria Group (proprietaria di marchi come Marlboro, Kraft Foods e Maxwell House) e Cendant (attiva nell’immobiliare attraverso Coldwell Banker e Century 21, nel comparto alberghiero con Wyndham, Ramada e Howard Johnson, nonché nel settore dei viaggi con Avis, Budget e Galileo International).
Persino Tyco International (elettronica, telecomunicazioni, sistemi di sicurezza e apparecchiature mediche) è risorta dalle ceneri dopo gli scandali di inizio millennio. Dopo aver sfiorato il collasso sotto la direzione di Dennis Kozlowski, il gruppo oggi vanta nel proprio libro soci alcuni dei più famosi investitori statunitensi con stile value (Warren Buffett, Bill Miller di Legg Mason oltre al fondo hedge Omega Advisors di Leon Cooperman). Phil Goldstein, fondatore di Bulldog Investors, rinviene anche occasioni tra le piccole capitalizzazioni. Tra le più interessanti cita la società telefonica regionale Warwick Valley Telephone, Amerivest Properties, 4Kids Entertainment (l’azienda che detiene le licenze di Pokemon) e Topps (celebre per le gomme da masticare e le figurine sportive).
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