Al Presidente del Consiglio di amministrazione di Capitalia, Cesare Geronzi, è stata notificata nella serata di ieri un ordinanza di misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese emessa dal Tribunale di Parma, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari. Lo riferisce uan nota di Capitalia. Il provvedimento è stato assunto nell’ambito del procedimento relativo alle vicende Parmatour e Ciappazzi, risalente al 2002, nel quale Geronzi è indagato.
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“Ho dato mandato ai miei legali di impugnare il predetto provvedimento”. Lo afferma, in una nota, il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi. “Ho appreso – aggiunge – con stupore ed indignazione della misura interdittiva disposta nei miei confronti, intervenuta quando le indagini, da tempo avviate, si erano già concluse e relativa a contestazioni prive di fondamento, tutte – conclude – già respinte e che fermamente respingo ancora una volta.
Secondo l’avvocato del presidente di Capitalia, Guido Calvi “Non si può non rimanere stupefatti per l’iniziativa degli inquirenti parmigiani. Pochi giorni dopo aver dato notizia del deposito degli atti e, quindi, della conclusione delle indagini, è stato assunto un provvedimento che appare privo di ragionevolezza”. Per Calvi “un provvedimento interdittivo, infatti, è assolutamente assunto allorquando sussiste un pericolo di inquinamento degli atti o di reiterazione dei reati; circostanze che, in questo caso, sono totalmente da escludere.
In occasione dell’ormai prossima udienza preliminare – prosegue – non sarà difficile dimostrare la totale infondatezza dei fatti oggetto di imputazione. D’altra parte – rileva l’avvocato – questo accanimento accusatorio appare incomprensibile se si riflette sull’assoluta modestia economica del fatto contestato – e cioé la vendita delle acque minerali Ciappazzi – a fronte dell’immensa voragine del dissesto della Parmalat e delle ben più gravi responsabilità di tutti gli altri indagati. Impugneremo – ripete Calvi – comunque, immediatamente, il provvedimento e siamo certi che il Giudice d’Appello confermerà la totale infondatezza della richiesta degli inquirenti parmigiani”.