Società

CAPITALIA: FINITA
LA CARRIERA
DI MATTEO ARPE?

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(WSI) –
Grandi manovre su Capitalia con la regia franco-spagnola. A muovere le pedine sarebbe l’imprenditore francese, Vincent Bollorè, che avrebbe acquistato una partecipazione in Capitalia pari al 10% insieme al presidente di Santander, Emilio Botin. Un ingresso che non dispiace al presidente del gruppo romano Cesare Geronzi e che, invece, viene accolto in maniera gelida dall’amministratore delegato Matteo Arpe, che, indiscrezioni provenienti dalla City londinese (dove è stato trovato il suo sostituto), danno in imminente uscita forse già dalla prossima settimana.

(Si prega di leggere la smentita ufficiale di Capitalia).

Evidentemente, Geronzi non vuole correre rischi. Qualche tempo fa, quando era no in corso trattative per la fusione di Capitalia con Intesa, Arpe comprò il 2 per cento di Intesa mandando a rotoli la fusione.

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“Siamo soddisfatti se entità così importanti come il Santander e personalità di rilievo internazionale danno un giudizio positivo sul nostro gruppo tali da giustificare investimenti che, come detto, sono finanziari”, ha dichiarato oggi il presidente dell’istituto romano, Cesare Geronzi, a margine di un convegno. Ciò non compromette – ha detto Geronzi – i rapporti con il primo socio, gli olandese di Abn Amro.: “”Rimangono buoni e non credo ci siano tensioni”. Comunque – ha poi spiegato – “nei prossimi tre mesi non succederà nulla. Il settore finanziario italiano sarà caratterizzato da assoluta stabilità, e chi ha progetti – e noi li abbiamo – li realizzerà”. Sicuramente – ha aggiunto “ogni progetto e ogni dossier verrà discusso con l’amministratore delegato e i soci del patto”.

Ad una domanda dei giornalisti su come sono i rapporti con Abn-Amro Geronzi ha risposto: E’ possibile l’ingresso di Santander nel patto? Per il presidente di Capitalia “di questo si discuterà probabilmente con i membri del patto” ha detto Geronzi che potrebbe incontrare il presidente di Santander: “Sarò contento se chiederà di vedermi – ha detto – altrimenti saro ‘ io a cercarlo.

Ma se il presidente ‘apre’ l’amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, prende le distanze da eventuali manovre transalpine e giudica rischioso l’ingresso di francesi e spagnoli nell’azionariato dell’istituto di via Minghetti. “Quanto sta accadendo in questi giorni”, ha detto “somiglia a quanto accaduto in Italia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento con le signorie che litigavano tra loro e, per risolvere la situazione, chiamarono i francesi. Non vorrei che si ripetesse la storia di Ludovico il Moro e della chiamata dei francesi”.

A quanti poi ricordano il motto romano “Franza e Spagna basta che se magna”, Arpe ha replicato: “Mi pare un detto molto attuale a Roma in questi giorni”. “La volontà di tutti è dare continuità e crescita al gruppo. Come avverrà non posso dirlo”, ha infine detto Arpe, a proposito delle trategie delle banca sulle aggregazioni. “L’importante è l’indipendenza del gruppo – ha detto arpe – non per difendere lo status quo ma l’italianità di un gruppo che inevitabilmente diventerà europeo”.

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