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Caos Egitto, esercito spara contro la folla: 42 morti

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ROMA (WSI) – All’alba di lunedì, scontri al Cairo tra sostenitori dell’ex presidente e forze dell’ordine. Il ministero della Salute parla di decine di morti. Per il ruolo di premier ad interim circola il nome dell’economista El Din, ma i salafiti si oppongono.

Scontri in piazza e una coesione politica ancora tutta da trovare. L’Egitto non trova pace né unità. Mentre proseguono le trattative per la formazione di un governo di transizione, le piazze egiziane rimangono bollenti. All’alba di lunedì 8 luglio, una manifestazione pro Morsi davanti alla sede della Guardia repubblicana al Cairo è stata soffocata nel sangue dalla polizia e dall’esercito. Le forze dell’ordine, in un primo momento, hanno usato lacrimogeni per disperdere i sostenitori dell’ex presidente deposto.

La tensione è poi esplosa e decine di manifestanti sarebbero rimasti uccisi. Il portavoce del ministero della Salute egiziano afferma che le vittime sarebbero 35 oltre a decine di feriti. La tv di Stato egiziana e un responsabile dei servizi di soccorso hanno invece dato un bilancio di 42 morti e 300 feriti, cifre confermate anche da Al Jazira. Per i Fratelli Musulmani invece le vittime sarebbero 77. Negli scontri sarebbe morto anche un ufficiale dell’esercito, mentre altri 40 militari sarebbero rimasti feriti. Tutte le persone colpite sono state portate in un ospedale improvvisato nel quartiere di Nasr City, roccaforte degli islamici. Secondo un corrispondente dell’emittente, ila zona è stata circondata da posti di blocco militari.

La reazione dei Fratelli musulmani – Il partito islamico Libertà e Giustizia, espressione dei Fratelli musulmani, ha fatto appello a una “sollevazione” popolare, dopo il massacro al Cairo in cui hanno perso la vita decine di manifestanti. Il partito vicino al deposto presidente Mohamed Morsi ha incitato il “grande popolo dell’Egitto contro coloro che tentano di rubargli la sua rivoluzione coi carri armati”.

Nella mattinata di lunedì, la sede del partito dei Fratelli musulmani è stata chiusa per decisione delle autorità, dopo la scoperta al suo interno di armi. Lo ha riferito un alto responsabile della sicurezza alla France Presse. La polizia secondo la fonte ha trovato “liquidi infiammabili, coltelli e armi” nei locali del partito Libertà e Giustizia di Mohamed Morsi, espressione della Fratellanza.

La ricerca di un nuovo premier – Sul fronte politico, nella serata di domenica è iniziato a circolare con insistenza il nome di Ziad Bahaa El-Din per la carica di premier ad interim. Il dopo Morsi, secondo tutti i media egiziani, potrebbe essere affidato all’economista socialdemocratico, 48 anni, avvocato laureato a Oxford, già a capo dell’authority finanziaria negli anni del regime di Hosni Mubarak. Un portavoce della presidenza ad interim ha comunque fatto sapere che il “sangue non fermerà la formazione del nuovo esecutivo”.

Il no dei salafiti – Secondo quanto ha riferito un portavoce della presidenza, il premio Nobel El Baradei, il cui nome era emerso come possibile premier, sarà invece nominato vice presidente ad interim. Ma su questa nuova ipotesi è arrivato il veto del partito salafita el Nour. Younes Makhyoun, leader della formazione islamica, ha respinto la scelta dell’avvocato progressista affermando che quelle cariche dovrebbero andare a personalità più neutrali: “Sono entrambi del Fronte di salvezza nazionale (la coalizione delle opposizioni laiche, ndr.), ed è una cosa che respingiamo”, ha spiegato alla Reuters.

Il partito Nour (che ha sostenuto la deposizione del presidente Morsi) si è ritirato dalla trattativa per la nomina di un primo ministro e di un governo di transizione, dopo il massacro di lunedì mattina al Cairo di manifestanti pro-Morsi da parte dell’esercito. “Abbiamo deciso di ritirarci immediatamente dai negoziati, in risposta al massacro che ha avuto luogo davanti alla Guardia repubblicana”, ha scritto su Twitter il portavoce del partito, Nadeq Baqqar (SkyTg24).

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Caos Egitto, gli scontri tra i partiti pro e anti Morsi continuano e lasciano sulle strade 15 morti, anche se i numeri sulle vittime risultano contrastati. Decine di sostenitori del presidente Morsi deposto avrebbero dato l’assalto alla caserma e i militari avrebbero reagito con lacrimogeni e armi da fuoco. C’è chi parla di un numero superiore di deceduti, ma una cosa è certa: la violenza imperversa.

Il partito islamico Libertà e giustizia riferisce di 34 morti, i Fratelli musulmani di 26.

Emergono intanto nuove indiscrezione sulla formazione di un nuovo governo; nelle ultime ore, per la carica di premier ad interim, è stato fatto il nome dell’economista socialdemocratico Zeyad Baha Eddin, responsabile dell’authority per gli investimenti durante il regime di Mubarak. 48 anni, Eddin è un avvocato specializzato in diritto commerciale laureatosi a Oxford.

Il premio Nobel El Baradei – citato come possibile premier – potrebbe invece ricoprire la carica di vicepresidente di transizione.