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Cantieri navali di Danzica a rischio chiusura

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Ventisei anni fa furono la “culla” del movimento Solidarnosc di Lech Walesa, il primo sindacato indipendente nei Paesi oltre la Cortina di ferro. Ma oggi i cantieri navali di Danzica, uno dei simboli nazionali della Polonia post-comunista, sono a rischio chiusura per la possibile bocciatura da parte della Commissione europea degli aiuti di Stato concessi dal governo per tenerli in vita. Anche se Bruxelles tiene a far sapere che la responsabilità non sarebbe sua, ma delle autorità polacche. “Naturalmente ci piacerebbe approvare questi aiuti, ma nelle circostanze attuali non siamo in grado di farlo”, ha spiegato Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes.
Il caso nasce il 1 giugno 2005, quando l’esecutivo comunitario ha aperto un’inchiesta sugli aiuti che il governo di Varsavia, oltre che a Danzica, ha esteso ai cantieri di Gdynia e Szczecin. Ma ad oltre un anno dall’apertura della pratica, Bruxelles sostiene di non aver ricevuto risposte a sufficienza dalle autorità polacche. E così alla fine di luglio il commissario Kroes ha scritto al governo sollecitando informazioni “entro la fine di agosto” sui piani di ristrutturazione che devono essere varati in contemporanea agli aiuti di Stato.
Finora – secondo quanto riferito da Todd – la Commissione non è riuscita neanche a sapere quanti soldi sono stati forniti dal governo ai cantieri in crisi.
Il portavoce di Kroes ha quindi auspicato che la risposta polacca arrivi “entro questa settimana” e ha schivato le domande dei cronisti politici sulle ricadute politiche di un’eventuale chiusura della “culla” di Solidarnosc come conseguenza di una decisione dell’Ue, sottolineando che “la Commissione non fa chiudere i cantieri a cuor leggero” e ricordando che in passato “abbiamo lavorato bene” con la Spagna per evitare la chiusura del cantieri del gruppo Izar.
Nonostante tutto, sono in corso i preparativi per i festeggiamenti del ventiseiesimo anniversario della nascita di Solidarnosc, e Lech Walesa ha annunciato alla stampa, l’addio al movimento da lui stesso fondato nella città portuale baltica nel 1980.
Una notizia che non si può certo definire un fulmine a ciel sereno visto il discorso tenuto lo scorso anno dall’ex Presidente polacco proprio a Danzica di fronte al Presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, quandoWalesa affermò di non sentire più la Solidarnosc attuale come il suo partito e il suo sindacato.