(9Colonne) – Roma, 28 giu – Discariche di rifiuti, impianti di termovalorizzazione, centrali elettriche. Progetti approvati, investimenti pianificati, lavori iniziati. Cantieri che però “scompaiono” di fronte alle proteste dei cittadini. “Oltre il 90 per cento dei cantieri aperti in Italia affronta una contestazione – scrive il Corriere della Sera in una inchiesta richiamata in prima pagina, nel giorno in cui i quotidiani danno spazio alla visione ambientalista aperta anche ai sì, come quello sulla Tav, di Walter Veltroni -. Nel 2005 le opposizioni sono state 190, nel 2006 sono state 171. Tra i due anni però c’ è una differenza: 109 impianti contestati nel primo monitoraggio non compaiono più nel secondo. Che fine hanno fatto? Secondo uno studio dell’ agenzia di ricerche Aris, alcuni sono stati costruiti, ma in maggioranza i progetti sono bloccati (28) o definitivamente abbandonati (21). Altri 7 sono in attesa di autorizzazioni e 5 fermi per modifiche. Tra comitati, scontri tra enti locali e ricorsi al Tar, l’ Italia si blocca”. In proposito il quotidiano intervista il presidente di Legambiente, Roberto della Seta: “Bisogna ammettere che troppo spesso c’è una inadeguatezza da parte degli ambientalisti, che si presentano legati alla conservazione. E’ un limite. Un ambientalismo con ambizioni politiche deve dire molti no, ma fare anche molte cose”.
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