(Teleborsa) – L’euro prosegue la fase ribassista avviata ieri, quando la moneta unica aveva toccato i massimi dell’ultimo mese nei confronti del biglietto verde, a 1,247 USD. Un movimento che era seguito alla notizia di una maggiore flessibilità dello yuan, annunciata dalla banca centrale cinese, in risposta alle pressioni del Presidente USA Barack Obama e dell’imminenza del vertice del G20 il prossimo week-end. L’accelerazione dello yuan sui mercati ed un maggiore appeal degli asset più rischiosi aveva favorito anche la valuta europea, ma il vantaggio è durato ben poco. Subito, l’euro è tornato a scendere nei confronti della divisa americana, chiudendo la giornata al di sotto dei minimi di venerdì scorso attorno agli 1,23 dollari. Ora l’euro veleggia sotto questa soglia e passa di mano a 1,2295 USD (-0,2%), in attesa del dato sull’IFO tedesco in mattinata ed in vista dell’inizio della riunione del FOMC, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, che annuncerà domani le decisioni sui tassi. Rialza la testa lo yen giapponese, con il dollaro che scambia a 90,74 yen (-0,3%) e l’euro a 111,61 yen (-0,5%). Anche lo yuan cinese ha ripiegato la testa, dopo l’exploit di ieri. L’agenzia dei cambi cinese ha fissato stamattina la parità centrale contro il dollaro a 6,7980, ma sul mercato lo yuan tratta a 6,8095 (-0,2%) sui timori di un intervento della banca centrale per frenare l’eccessivo apprezzamento dello yuan. La manovra del Dragone infatti non intendeva essere repentina ma molto graduale e questo potrebbe stimolare interventi di acquisto di dollari.