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CAMBI: EURO STABILE DOPO LA DECISIONE DELLA BCE

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Dollaro generalmente debole oggi sul mercato dei cambi, in una giornata caratterizzata dalla decisione – peraltro ampiamente scontata – della Bce di lasciare invariato il costo del denaro nella zona-euro, che non ha influito in ogni caso più di tanto sulle quotazioni della valuta unica.

Il dollaro ha perso quota per via del fatto che gli operatori hanno preso atto che il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, in occasione delle sue due uscite ufficiali di questa settimana (la terza è in calendario domani) non ha fatto cenno ai timori relativi ad una crescita del tasso d’ inflazione Usa, propedeutica ad un ulteriore inasprimento del costo del denaro. Per di più lo stesso Greenspan nel primo dei suoi interventi ha sottolineato che il rialzo recente del prezzo del petrolio probabilmente non è destinato ad essere duraturo.

Per quanto riguarda invece la Bce, oggi il presidente Jean-Claude Trichet, nella rituale conferenza stampa seguita ai lavori del direttivo, ha rilevato che il petrolio comincia a preoccupare, anche se non ci sono ancora chiari segnali di crescita dell’ inflazione. A questi livelli il prezzo del greggio è “molto, molto elevato”, ha precisato Trichet, il che potrebbe star a significare che l’ istituto di Francoforte é pronto a rialzare i tassi in caso di incidenza significativa sui prezzi al consumo.

Ma la situazione in cui si trova la Bce non è affatto facile, in quanto alle prese da un lato con un possibile intensificarsi delle pressioni inflazionistiche, dall’ altro con una crescita economica che continua ad essere debole. E fra Scilla e Cariddi la scelta migliore è probabilmente quella di passare lo Stretto, prima di prendere decisioni sui tassi d’ interesse.

In questo contesto, i dati macroeconomici in calendario oggi dagli Stati Uniti, tutt’ altro che di primo piano (richieste di sussidio e prezzi all’ ingrosso) non hanno avuto alcun impatto sul mercato dei cambi. Semmai, gli operatori aspettano di conoscere l’ entità del deficit commerciale di febbraio, che sarà diffuso il 12 marzo prossimo, con gli economisti che puntano su un ‘rosso’ di oltre 58 miliardi di dollari, più o meno in linea con il mese precedente.

Al di là di un possibile effetto-tassi, le oscillazioni del dollaro sono del resto strutturalmente legate alla dinamica dei cosiddetti deficit gemelli (conti con l’ estero e conti pubblici). Infine, il dollaro oggi è in ribasso anche contro yen, con un minimo a 108,1.