L’euro è in leggero recupero sul dollaro e si attesta a 1,2863 dopo essere brevemente tornato nella mattinata sopra 1,29 (massimo di seduta 1,2910). Il biglietto verde risente per il secondo giorno consecutivo della sensazione da parte degli operatori che il suo apprezzamento si sia spinto troppo avanti sulla base di attese relative a un inasprimento della leva monetaria da parte della Federal Reserve che non hanno in realtà basi molto solide.
L’inflazione negli Usa in rialzo fa sì paura e induce la Federal Reserve a invocare la possibilità di prendere le adeguate misure ma l’andamento dei prezzi resta ancora ampiamente sotto controllo e pertanto il profilarsi di una strategia più aggressiva da parte della Banca centrale Usa non sembra dietro l’angolo.
Inoltre, ieri il numero uno della Fed Alan Greenspan ha omesso di parlare, nel discorso sull’energia indirizzato all’associazione che raggruppa le industrie del settore, dei rischi inflattivi legati al caro-poetrolio. “Dopo che Greenspan non ha rinfocolato le speculazioni sulla possibilità di una stretta più decisa, non ci sono nuovi impulsi per comprare il dollaro”- osserva Armin Mekelburg, esperto di cambi di Hvb a Monaco.
In ogni caso, il biglietto verde rimane tonico sullo yen che sconta il susseguirsi da alcuni giorni di dati congiunturali alquanto deboli: oggi è stata la volta del superindice economico di febbraio sceso ai minimi dal 2001. Lo yen è dunque in calo nei confronti del biglietto verde e anche dell’euro, attestandosi a 108,55 nei confronti del primo e a 139,64 nei confronti del secondo.
La divisa giapponese cede inoltre terreno nei confronti di un’ altra dozzina di valute e c’é chi pronostica a breve uno scivolone contro dollaro fino a quota 110.