Mercati

Cambi di direzione: leva avversione al rischio sempre sotto pressione

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Legnano – L’annuale testimonianza in Senato del presidente della Fed, Ben Bernanke, si è conclusa con nessuna indicazione sui prossimi passi della banca centrale e con uno spostamento dell’attenzione verso il mercato europeo.
Grande delusione, quindi, per chi si aspettava qualcosa di concreto che indicasse l’imminenza del fatidico Quantitative Easing 3: non è stata fatta parola, infatti, di alcun ulteriore piano di stimolo all’economia, che probabilmente continuerà a crescere con “un tasso molto moderato” anche nei prossimi mesi.

La reazione del mercato è stata di generale sconforto, con la leva dell’avversione al rischio spostata su ON in un istante: la moneta unica si è avvicinata ai precedenti minimi (area 1.22), mentre l’oro ha perso in brevissimo tempo quasi 15$ avvicinandosi a 1,570 ed i listini in generale hanno, nello stesso momento, perso terreno (il Dax ha perso 50 punti mentre il nostro listino di casa più di 200).

Crediamo che molto abbia pesato, per i listini europei, il collegamento che è stato fatto dal Presidente fra la rallentata economia americana e la profonda crisi che sta vivendo la Zona Euro.

Pur dichiarando che “le autorità europee abbiano le risorse per risolvere questa crisi” non ha certo lasciati immuni l’idea del Presidente stesso di doversi preparare (le Banche americane in primis) a qualsiasi tipo di shock possa arrivare dall’Europa.

La seconda reazione del mercato è stata di inversione, rispetto a quanto visto, molto probabilmente grazie all’importanza relativa che i mercati americani hanno attribuito alla testimonianza di Bernanke rispetto invece ai buoni dati che sono stati pubblicati nell’arco della seduta: in particolare gli utili di Coca Cola e Goldman Sachs hanno spinto a rialzo i listini.

In Europa la situazione continua a restare critica, nonostante il dato positivo dell’asta tenutasi ieri di Bonos Spagnoli (con una collocazione di 3.5 miliardi di euro ad un tasso inferiore al precedente). Lo spread Btp-Bund che tanto sembra misurare la “temperatura” del mercato ha raggiunto ieri 490 ma chiuso inferiore al giorno precedente.

EurUsd
Ieri pomeriggio abbiamo assistito ad una notevole volatilità del cambio eurodollaro che, a parte avvicinarsi alla parte bassa del range mantenuto negli ultimi giorni, alla fine non ha fornito grandi spunti direzionali. Stando così le cose proseguiamo con la nostra idea che portiamo avanti da qualche giorno: troviamo la più interessante resistenza nell’area compresa fra 1.23 e 1.2335, mentre il livello che regge il cambio e impedisce un viaggio di sola andata per 1.1875 si trova a 1.2150-60. Avendo un range così ben definito crediamo che molti di voi abbiano già un’idea operativa in testa…

UsdJpy
Il cambio UsdJpy, dopo l’escursione a 78.75 (minimo di metà giugno scorso), si troverà a fare i conti nuovamente con 79.10, livello di supporto delle settimane passate nonché punto di transito della media a 200 periodi su grafico giornaliero. Anche qui siamo molto interessati da quale punto sarà oltrepassato per primo.

EurJpy
Il cambio EurJpy si trova nella medesima situazione dell’eurodollaro. Anche qui, ieri, abbiamo potuto osservare una buona dose di volatilità ma senza cambiare di una virgola lo scenario di fondo. Tanto è vero che ci troviamo nuovamente a pensare a 98.15 come resistenza chiave (suggerita da spunti dinamici e statici) ed a 95.65. Un grafico orario, o con timeframe inferiore, aggiunge un ulteriore spunto per la giornata entrante: la formazione della resistenza di 97.35, che sino dall’apertura dei mercati domenica sera ha fermato la ripresa dei prezzi.

GbpUsd
Il cable ha mostrato una buona dose di volatilità, andando a rientrare nel canale ribassista in atto da metà giugno, salvo poi compiere un nuovo movimento positivo. L’unico spunto interessante che giunge da questo movimento è la tenuta della resistenza di 1.5660, da cui dipenderà una continuazione positiva per il cambio.

AudUsd
La flag rialzista rotta due giorni fa sembra tenere bene come figura e indicare spunti importanti. Rotto 1.0240 abbiamo osservato la valuta australiana andare a raggiungere il primo obiettivo di 1.0330, da cui adesso dipende lo svolgimento della flag il cui obiettivo, almeno teorico, è davvero ambizioso: estendendo l’asta della bandiera si raggiunge il massimo da febbraio… 1.08. Senza voler anticipare i tempi, quello che notiamo è una situazione temporaneamente positiva del cambio AudUsd che si scontra un po’ con quella di un eurodollaro negativa: i mesi passati infatti siamo sempre stati abituati a vedere i due cambi muoversi a braccetto. Crediamo che fra non molto sapremo chi ha ragione.

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