Solo in California e’ pensabile che un gruppo di fumatori di marijuana diventi il piu’ realista ad affrontare la questione fiscale, offrendo una soluzione per risanare un buco gigantesco d $20 miliardi. Alle prese con servizi statali ridotti all’osso e una dannosa paralisi legislativa, gli elettori dello stato della costa occidentale dovranno decidere se rimpinguare le casse californiane e mettere fine ai problemi di bilancio mettendo una croce sul si al referendum per l’approvazione della legalizzazione (e tassazione) della sostanza.
L’idea e’ molto semplice: partendo dal pressupposto che la droga e’ gia’ parzialmente legale per curare alcune malattie specifiche – casi in cui e’ necessaria la prescrizione medica – perche’ non rendere legale una pianta che ha molteplici usi ed attira turisti (vedi il caso olandese)? La raccolta firme e’ stata un successo e ha portato al lancio ufficiale del referendum, previsto per il prossimo novembre.
Secondo i suoi sostenitori, la misura per legalizzare, regolarizzare e tassare la marijuana, portera’ nelle casse statali $1.4 miliardi e consentira’ di risparmiare ingenti risorse nei processi civili e nei servizi di polizia e delle carceri. Per gli oppositori, non fara’ che aumentare il numero di casi di malattie sociali, come pigrizia e assenteismo dal posto di lavoro, e i costi per gli incidenti stradali.
I sostenitori del provvedimento sperano di poter raccogliere da $10 milioni a $20 milioni per la campagna nazionale, soprattutto su Internet, con i gruppi piu’ influenti che hanno esortato i fan del consumo della marijuana a contribuire con $4.20 alla volta, prendendo spunto dal numero in codice 420 utilizzato negli States per descrivere questo tipo di droga. In caso di approvazione sara’ permesso il possesso fino ad un’oncia di marijuana (ovvero circa 30 grammi) a chi ha compiuto gia’ i 21 anni; sara’ consentita la coltivazione domestica per uso personale, mentre sara’ vietato l’utilizzo in presenza di minori e prima di mettersi al volante.