(Teleborsa) – La Russia ha deciso di vietare le esportazioni di grano per affrontare l’emergenza interna dopo che il caldo ha provocato la distruzione del 20 per cento del raccolto nazionale, facendo volare il prezzo del grano ai massimi da due anni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la decisione ha provocato un ulteriore forte rialzo dei prezzi al Chicago board of Trade, punto di riferimento delle contrattazioni internazionali, dove il grano ha superato nettamente la quotazione di 8 dollari per bushel (0,23 euro al kg), il massimo da due anni. Il bando che – precisa la Coldiretti – entrerà in vigore il 15 agosto e durerà fino al 31 dicembre 2010 è stato deciso per evitare l’aumento dei prezzi alimentari all’intero del centro dell’ex impero sovietico. L’importazione in Italia di grano dalla Russia rispetto allo scorso anno è triplicata raggiungendo i 32 milioni di chili nel primo quadrimestre del 2010, secondo una analisi Coldiretti su dati Istat, dalla quale emerge che nel complessivamente nel 2009 le importazioni erano state pari ad oltre 150 milioni di chili. Il forte calo della produzione di grano della Russia – informa la Coldiretti – ha costretto la Fao a rivedere al ribasso del 3,7% le stime della produzione mondiale di grano ad un valore di 651 milioni di tonnellate. Il prezzo del grano – spiega la Coldiretti – è salito del 62 per cento dall’inizio di giugno facendo registrare il piu’ rapido incremento degli ultimi trenta anni e gli effetti cominciano a farsi sentire in Italia anche se i prezzi restano sui livelli minimi al di sotto dei costi di produzione. Il frumento tenero (per il pane) evidenzia una crescita a luglio dell’11 per cento mentre – precisa la Coldiretti – quello duro (per la pasta) è in calo del 25 per cento rispetto allo scorso anno, secondo Ismea. Un effetto delle speculazioni contro le quali è impegnata a combattere la piu’ grande società di europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori, varata a luglio, che – riferisce la Coldiretti – ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto tra grano duro destinato alla produzione di pasta, grano tenero per il pane, girasole e soia, esclusivamente di origine italiana e garantiti non ogm. La società denominata “Filiera Agricola Italiana” è partecipata da 18 Consorzi Agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, una società di servizi di Legacoop e Consorzi Agrari d’Italia ed ha il compito di gestire la contrattualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tutto il paese
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