Società

«BUSINESS
AS USUAL» E’ LA RISPOSTA
DELLE BORSE

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(WSI) – Business as usual, dicono dalla City. E le parole di Claudio Costamagna sintetizzano perfettamente la reazione dei mercati finanziari ai quattro attentati alla metropolitana e agli autobus di Londra. «Mi sembra prematuro fare previsioni – sottolinea il banchiere d’investimento di Goldman Sachs – Ma ormai c’è la sensazione che Borse e operatori siano quasi abituati a questi eventi e andando avanti col tempo lo saranno ancora di più».

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Business as usual. Per quanto possa sembrare cinico, dopo a un attacco terroristico che ha causato decine di morti, è la fotografia di quanto è successo ieri nelle Borse del Vecchio Continente, che dopo una fase centrale disastrosa, caratterizzata da passivi superiori al 4 per cento, hanno finito per dimezzare le perdite. E hanno così chiuso una seduta, inizialmente paragonata a quelle dell’11 settembre americano e dell’11 marzo spagnolo, con perdite tutte inferiori al 2 per cento. Certo, il conto complessivo è salato: 122 miliardi di euro di capitalizzazione in fumo. Ma gli animal spirits del mercato hanno reagito.

Lorenzo Codogno, capo-economista di Bank of America a Londra, commenta: «Gli attentati non hanno intaccato il funzionamento delle Borse, la reazione iniziale è stata negativa ma credo che gli effetti sul medio-lungo periodo si sentiranno, forse, soltanto in Gran Bretagna, dove la fiducia e l’economia si stavano già indebolendo». Insomma, vi siete abituati? «Dopo i fatti di Madrid l’avevamo messo in conto e credo che i mercati si riprenderanno in fretta». Sempre dalla City, Roberto Guerrini, presidente del Business Club Italia, assicura: «Londra ce la farà, gli attentati dell’Ira l’hanno già messa a dura prova. E non dimenticatevi che la Borsa di Londra è il centro finanziario europeo: non può essere bloccata».

Se Londra è ottimista lo deve anche al recupero della sterlina, che dopo essere precipitata ai minimi degli ultimi due anni e mezzo contro euro (a quota 0,68), è poi risalita a ridosso di quota 0,69. Non solo, Zurigo a parte, la Borsa di Londra è stata addirittura la migliore del Vecchio Continente (meno 1,36%) contro il meno 1,67% di Piazza Affari, mentre Wall Street ha aperto con perdite inferiori al punto percentuale. Così, mentre i bond sono tornati sui massimi storici e il franco svizzero si è impennato, la vera sorpresa è arrivata dalle commodity. L’oro è rimasto stabile attorno ai 426 dollari l’oncia e il petrolio – gli esperti lo spiegano con le previsioni di recessione e dunque di minori consumi – ha perso terreno: l’1,5% a Londra (58 dollari al barile) e il 2,5 a New York (sotto i 60 dollari).

Non molto diversi i commenti a Francoforte, dove la Banca centrale europea ha lasciato i tassi invariati al 2 per cento. Parla il presidente Jean-Claude Trichet, anch’egli all’insegna del business as usual: «Le conseguenze di questi attentati non saranno come quelle di Madrid: non ci sarà alcun impatto significativo sull’economia. Abbiamo già preso contatti con la Federal Reserve e la Bank of England e siamo pronti a intervenire. Ma per ora non tocchiamo i tassi e non sarà certo un atto terroristico a farci tradire il nostro mandato». Barra al centro, dunque, sulla rotta della Banca centrale inglese che ieri ha tenuto fermo il costo del denaro al 4,75 per cento. «Trichet è stato esemplare – sottolinea da Bruxelles il capo-economista del Center for European Policy Studies, Daniel Gros – Non ci saranno conseguenze economiche dirette dagli attentati.

La congiuntura del Vecchio Continente resta quella che è, molto debole». E se la reazione di Gran Bretagna e Usa fosse attaccare l’Iran? «Allora sarebbe tutta un’altra storia». Da Milano, la conclusione di Emilio Casco, amministratore delegato della Edmond de Rothschild sgr, riporta alle parole di Costamagna: «I mercati finanziari sono sempre meno sensibili agli avvenimenti esogeni. Diversamente dall’11 settembre, le perdite sono state limitate anche per non offrire opportunità agli speculatori, tra i quali potrebbero nascondersi anche i terroristi. Nei prossimi mesi non si sarà alcun crollo delle Borse».

E gli americani che cosa prevedono? Risponde Paul Kasriel, capo della ricerca di Northern Bank of Chicago: «Dopo la reazione iniziale, le Borse hanno reagito alla grande e continueranno a farlo. A risentirne di più potrebbe forse essere l’economia. E in questo caso anche la Federal Reserve dovrebbe rallentare il rialzo dei tassi».

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