Il presidente Usa George Bush sta cercando di ottenere dal Congresso, repubblicani e democratici all’ unanimita’, il via libera per l’uso della forza militare.
Obiettivo: colpire i responsabili dell’attacco terroristico contro l’America, giudicato dalla Casa Bianca ”un vero e proprio atto di guerra”.
Bush ha detto: ”Non sappiamo ancora chi sono, solo perche’ si nascondono. Ma li scoveremo. E li colpiremo”.
Bush ha parlato nella sua prima conferenza stampa improvvisata, in questi terribili giorni successivi alla tragedia del World Trade Center, con i giornalisti assembrati nello Studio Ovale della Casa Bianca, di fronte alle telecamere TV.
Il presidente, di solito, e’ tenuto a distanza dalla stampa, e non fa mai dichiarazioni a braccio: infatti ha serie difficolta’ nell’esprimere chiaramente il suo pensiero, parla male, insomma non ha il tono e il piglio del leader. Di solito legge, o parlano i portavoce. La conferenza stampa di oggi e’ stato dunque un evento raro, se non eccezionale.
Bush aveva le lacrime agli occhi, alla fine della conversazione con i giornalisti; anzi e’ stato a un passo dallo scoppiare a piangere.
Il contrario di cio’ che gli americani vorrebbero vedere in termini di leadership dal loro Commander in Chief. Bush di fatto e’ capo Supremo dell’ Esercito, dell’Aviazione e della Marina, e sara’ lui ad ordinare la rappresaglia.
”Richiesta di Leadership”, e’ intitolato oggi l’editoriale del New York Times. ”Per guidare il paese, il presidente deve dimostrare sia di essere intelligente, sia di avere i suoi valori. Deve anche dimostrare che si rende conto di cio’ che sta facendo”, sono le durissime parole del quotidiano newyorkese. Che aggiunge: ”Cio’ significa che l’America lo osserva un po’ nervosamente nel bisogno di sapere che sta prendendo le giuste decisioni”.
Bush non ha detto contro quale nemico, quando, e in che modo gli Usa colpiranno, ”per non compromettere il difficile lavoro dei servizi di spionaggio”. ”Si tratta di un nuovo tipo di guerra – ha spiegato – la prima del 21esimo secolo. Ma voglio dire agli americani e al mondo civile che la combatteremo e la vinceremo”.
Per perseguire questa strategia il 43esimo presidente Usa sta cercando di mettere in piedi una coalizione internazionale che appoggi anche militarmente gli Stati Uniti, un po’ come fece suo padre (il 41esimo presidente) ai tempi tempi della Guerra nel Golfo.
Oltre ai leader del mondo occidentale Bush punta ad ottenere il consenso dei responsabili al governo in Cina e Russia in modo che la coalizione che colpira’ i terroristi sia la piu’ ampia possibile.