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BUFFETT E’ ANCORA SHORT SUL DOLLARO

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Warren Buffett ha dichiarato in un’intervista rilasciata giovedi’ scorso alla CNBC di scommettere su una discesa del dollaro nel lungo periodo. Il guru di Omaha rintraccia nella gigantesca dimensione del deficit della bilancia commerciale Usa la ragione in grado di affossare il biglietto verde, nonostante il recupero fatto segnare nelle ultime settimane.

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Alla precisa domanda se si attende che la valuta statunitense riprendera’ la sua discesa, Buffett, presidente Berkshire Hathaway Inc. (oltre che secondo uomo piu’ ricco del mondo dopo Bill Gates) ha risposto di non saper dire se tra un anno il dollaro sara’ piu’ forte o piu’ debole rispetto ad oggi: ma che in un arco di tempo di cinque anni non ha dubbi su un suo deprezzamento.

Buffett ha confermato la voce di mercato secondo cui lo scorso anno la Berkshire ha conseguito un profitto rilevante dal forte crollo del dollaro, ma che quest’anno ha accusato una perdita rilevante in bilancio per il rimbalzo mostrato dal biglietto verde.

Il dollaro si era deprezzato di circa il 30% negli ultimi tre anni fino allo scorso dicembre, ma dall’inizio dell’anno e’ rimbalzato di un 10% dai minimi.

Il 31 marzo, i contratti in valuta estera di Berkshire avevano raggiunto il livello complessivo di $21.8 miliardi, rispetto ai $21.4 miliardi di fine 2004. Tuttavia, Buffett sottolinea come la gigantesca voragine nei conti statunitensi con l’estero puo’ solo indebolire il biglietto verde in futuro.

Buffett ha ricordato come il deterioramento dei conti con l’estero sia un percorso estremanente pericoloso per l’economia di qualunque paese. Si e’, pertanto, voluto riallacciare agli allarmi lanciati dal Governatore della Federal Reserve Alan Greenspan e perfino dal suo precedessore Paul Volcker con riferimento al fatto che il deficit statunitense sia ad un livello insostenibile.

L’ultimo dato disponibile mostra che il deficit corrente degli Stati Uniti ha superato i $195 miliardi nel primo trimestre di quest’anno, ovvero il 6.4% del PIL, un nuovo record negativo per quanto riguarda entrambe le misure.

In altri termini l’economia statuntense deve attirare ogni giorno circa $2 miliardi di capitali esteri solo per bilanciare il suo debito commerciale, alleviare la pressione al ribasso sul dollaro e prevenire un deciso rialzo nei tassi d’interesse.