New York – Di fronte a un’Europa sempre più a corto di idee su come salvare l’impalcatura della moneta unica, è Warren Buffett, il guru degli investimenti di Omaha del Nebraska, a tracciare la rotta. In un’intervista rilasciata in occasione del cinquantesimo anniversario di Business Wire presso la sede della Borsa americana, il New York Stock Exchange, il miliardario non ha fatto sconti nel commentare la crisi del debito sovrano.
Con quel “Non rinunciate mai a emettere la vostra propria moneta”, Buffett ha lanciato un chiaro avvertimento alla Germania della cancelliera tedesca Angela Merkel, tentata dagli effetti positivi di una eventuale uscita della Grecia dal club dell’Eurozona. L’esponente del partito di centro tedesco convinta che tale soluzione rafforzerebbe la stabilità dell’area nel lungo periodo.
E in effetti anche gli addetti ai lavori sembrano pensarla come lui. L’euro è lì anche oggi a leccarsi le ferite: in apertura di scambi in Europa la moneta unica scambiava a 1,3586 dollari. Ieri a Wall Street passava di mano a 1,3627.
Il consiglio di Buffett a tutti – a economisti, analisti e investitori – è tutto racchiuso in due libri definiti pietra miliare per l’economia. “Se si comprendono i capitoli 8 e 20 del “L’investitore intelligente” scritto da Benjamin Graham nel 1949 e la sezione 12 della “Teoria Generale” che porta la firma di John Maynard Keynes del 1936, non c’è bisogno di leggere altro. A questo punto si può anche spegnere la televisione”, ha detto Buffett.
Quel che è certo è che non esistono ricette uniche. Per l’America di Barack Obama alle prese con la peggiore crisi dei giorni nostri, la soluzione è differente, ma porterebbe sempre il marchio di fabbrica Buffett.
L’inquilino della Casa Bianca ha, infatti, proposto lo scorso settembre l’introduzione della cosiddetta tassa sul milionario. Obama ha chiesto che chiunque guadagni da un milione di dollari annuo in su dovrà essere soggetto a un prelievo del 35%, come lo sono i redditi da lavoro dipendente del ceto medio, battezzando l’iniziativa come “Buffett Rule”, dal nome del secondo Paperone de’ Paperoni d’America. Un’idea apprezzata dall’oracolo di Omaha che l’ha sponsorizzata definendola un sacrificio condiviso. Sulle potenzialità effettive di una tale tassa per rilanciare l’economia americana, gli economisti restano divisi.
A Buffett poco importa al momento. “Era il mio sogno da bambino avere una tassa con il mio nome”, ha ammesso, sorridendo. Un giorno, ormai neanche tanto lontano, potrebbe essere accontentato.