Warren Buffett non ci sta. L’investitore americano si e’ detto fermamente contrario al piano fiscale allo studio dell’amministrazione Obama, che prevede l’imposizione di una tassa speciale alle banche piu’ grandi del Paese. Questo perche’ alcuni istituti, tra cui Goldman Sachs e Wells Fargo, hanno gia’ resituito i soldi ricevuti in prestito da Washington.
“Semplicemente per me non ha senso”, ha dichiarato ai microfoni della CNBC il fondatore del fondo Berkshire Hathaway, che ha un investimento sia in Wells Fargo che Goldman Sachs. “Quello che e’ stato fatto nell’autunno 2008 e’ stato salvare l’economia americana. Non si sono salvate solo le banche”.
La settimana scorsa il presidente Obama ha annunciato il lancio di un piano volto a imporre una tassa su almeno 50 banche che ha l’obiettivo di recuperare fino a $117 miliardi di perdite subite dal programma federale di aiuti TARP.
L’imposta speciale si applichera’ solo su quegli istituti che possono contare su piu’ di $50 miliardi di asset, come Bank of America, JP Morgan Chase e Citigroup, societa’ che sono state tra le principali beneficiarie del piano di salvataggio.
Negli ultimi tempi il numero uno della Casa Bianca si e’ attirato le critiche del popolo americano, preoccupato che al piano di salvataggio del sistema finanziario potesse essere seguito da una montagna di bonus ai manager di Wall Street, quando il Paese fa ancora fatica a riprendersi dalla recessione piu’ grave degli anni ’30, afflitto da un tasso di disoccupazione al 10%.
“Una tassa creata con un certo senso di vendetta non puo’ certo rappresentare una buona idea” ha concluso Buffett, che nelle elezioni presidenziali del 2008 aveva sostenuto proprio Obama.