Società

BROKER DANNEGGIATI DA CALO INVESTIMENTI ‘SHORT’

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Non solo gli investitori hanno rallentato la loro attivita’ di compravendita mobiliare, ma hanno ridotto anche gli acquisti a margine, o investimenti ‘short’.

Il declino di quella che e’ considerata una delle attivita’ piu’ remunerative di Wall Street – con cui gli investitori acquistano titoli azionari prendendo a prestito fino al 50% dell’importo dal broker e offrono in garanzia i titoli stessi – potrebbe quindi porre ulteriore pressione sugli utili delle societa’ di brokeraggio.

Tutte le societa’ d’investimento sono destinate a risentire del calo dei prestiti dei clienti, ma l’impatto sara’ piu’ pronunciato per i broker online, di solito meno diversificati. Per questi ultimi, infatti, i prestiti a margine sono spesso la seconda fonte di fatturato dopo le commissioni.

Sia per Ameritrade (AMTD – Nasadq) che per E*Trade (ET – Nyse), ad esempio, il guadagno netto sui prestiti a margine – la differenza cioe’ tra l’interesse che il broker paga per i fondi e quello che viene applicato ai clienti – ammonta a circa il 18% del fatturato, mentre per Charles Schwab (SCH – Nyse) e TD Waterhouse (TWE – Nyse) ammonta al 13% degli introiti.

“I prestiti a margine sono molto remunerativi poiche’ implicano pochi costi per la societa’ – ha commentato Gregory Smith di J.P. Morgan – ma il loro calo porta a una riduzione del fatturato nei trimestri seguenti poiche’ gli investitori che utilizzano i prestiti a margine sono anche quelli piu’ attivi nelle contrattazioni”.

Jarrett Lilien di E*Trade ha sottolineato che circa il 75% del denaro che la maggior parte delle societa’ di brokeraggio presta ai clienti deriva dalla liquidita’ presente nei conti dei clienti stessi.

Nel marzo del 2000, durante i massimi del mercato ‘toro’, il debito a margine ha raggiunto -secondo il New York Stock Exchange – il record di $278,53 miliardi, pari a un aumento del 78% in un anno. Lo scorso febbraio, dopo il declino del mercato, il debito a margine e’ sceso a $186,87 miliardi.

“Non credo che si ritornera’ ai livelli del primo trimestre del 2000 per almeno un anno” ha commentato Frank Petrilli, direttore generale di TD Waterhouse dove i prestiti a margine sono scesi a marzo a $4,6 miliardi, pari al 60% rispetto agli $11,5 miliardi dell’anno scorso.