(9Colonne) – New York, 26 giu – Fallite le trattative destinate ad approdare a un trattato internazionale per l’aggiornamento dei diritti di broadcast, che dovrebbero includere anche Internet. I negoziatori internazionali non si sono messi d’accordo sulle misure di protezione legale e tecnologica dalla pirateria. Come ha detto il capo della delegazione Usa, Paul Salmon, “non c’era intesa su nessuno dei punti fondamentali”. L’ostacolo insormontabile è stato decidere se la protezione contro la pirateria debba coprire solo i metodi tradizionali di broadcasting, ovvero via cavo, antenna e satellite, o anche la ritrasmissione su Internet. I Paesi europei volevano dare alle emittenti i diritti su tutti i contenuti che trasmettono, anche se non li hanno prodotti originariamente. Ma questo tipo di trattato è osteggiato da aziende dell’elettronica e delle telecomunicazioni come Intel e Verizon e da gruppi in difesa dei consumatori che sostengono che in questo modo si frenerebbe l’innovazione tecnologica e si impedirebbe alle persone di sentire musica legale o vedere film originali a casa. Per loro occorrerebbe un trattato meno restrittivo che protegga solo il segnale dalla pirateria. Le trattative, avvenute sotto l’egida della Intellectual Property Organization dell’Onu, avrebbero dovuto aprire la strada a un incontro intergovernativo a novembre incaricato di approvato il trattato, il primo documento di grossa portata che regoli i diritti di broadcast a livello internazionale dopo la Convenzione di Roma del 1961, cui molte nazioni, tra cui gli Usa, non hanno aderito.
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