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Bravo Draghi !

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Luca Ciarrocca e’ il direttore di Wall Street Italia

Il taglio dei tassi Ue deciso dal neo presidente della Bce e’ come l’arte zen di manutenzione della motocicletta, quell’ameba di Trichet non sarebbe mai stato all’altezza. Per ignoranza. I complottardi diranno: “ovvio, Goldman Sachs si e’ messa al lavoro”. Possibile. Intanto il governatore della Bce, nonostante sia italiano, prepara culturalmente il terreno a un cambio di stile e strategie, anche a Palazzo Chigi, dove l’indegno governo Bossi/Scilipoti che sta portando l’Italia al default lascera’ il posto a un altro tecnico: Mario Monti.

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Mario Draghi rivoltera’ i cassetti e lascera’ il segno, in quel caotico e litigioso condominio che e’ diventata l’Europa. Un atto banale, il taglio dei tassi a breve dello 0,25% da parte della Bce, ed ecco una bella pedata ai tanti anni inconcludenti di un burocrate inane come Trichet, che i tassi li aveva perfino alzati pochi mesi fa.

Il neo-governatore (nonostante sia italiano dicono i maligni tedeschi) ha semplicemente fatto cio’ che qualsiasi cittadino europeo di buon senso invocava fosse fatto, almeno dai tempi del crack Lehman Brothers nell’autunno 2008. L’euro era grottescamente sopravvalutato, rispetto al dollaro, invece di essere quotato ad un sano rapporto di parita’ 1-1 con la moneta americana; per cui l’eccessivo valore della moneta unica ha reso tutto carissimo, per i cittadini non evasori, per la vita quotidiana delle famiglie gia’ strozzate dalla crisi e infine per quei 70-80 mila imprenditori italiani piccoli e medi che esportano con enormi sforzi sui mercati esteri dove ancora vengono assorbite le nostre merci e prodotti (extra-moda), cioe’ mercati di paesi in forte crescita economica e demografica, dal Vietnam al Brasile, dal Marocco alla Cina, dalla Russia alla Turchia alla Malaysia.

Io so perfettamente che dire “Bravo Draghi!” come fa Wall Street Italia con grande evidenza in prima pagina, con tanto di punto esclamativo, provoca immediatamente una spaccatura tra chi e’ d’accordo e chi no. Ma ben venga la spaccatura. Perche’ e’ ora di finirla con le ipocrisie. Senza far discorsi dotti e noiosi alla Galli della Loggia, o come quel pazzo senile iper-liberista di Ostellino, oppure i sermoncelli arguti di Gramellini, andiamo per un attimo – per semplificare, si’ – al famoso e inaffondabile gioco della torre: chi buttereste giu’ voi dalla torre, Draghi o Scilipoti? Draghi o Bossi? Draghi o Berlusconi? Draghi o Camusso? Via signori, siamo sinceri. Non ci sono alternative. Per competenza, stile, preparazione, affidabilita’, presentabilita’, senso dello stato, spirito di servizio, onesta’, Draghi batte qualsiasi altro confronto.

E le masse? E i precari? E i lavoratori? E gli studenti senza lavoro? Un attimo, ci arriviamo.

Prima diciamo che non interessa qui rispondere a chi obiettera’ (facile previsione) che con il ribasso dei tassi Ue deciso oggi, Draghi si inimica i tedeschi, da Weimar in poi fissati con la lotta all’inflazione e quindi contrari a riflazionare l’economia d’Europa, come invece sta facendo la Federal Reserve di Ben Bernanke dall’ottobre 2008 con tassi vicino allo zero e stampaggio di moneta per ridar fiato all’economia degli Stati Uniti. Non interessa qui rispondere nemmeno a chi dira’ (facile previsione anche questa) che Draghi ha abbassato i tassi Ue patriotticamente per salvare l’Italia e anche, indirettamente, il premier di Arcore in agonia e ormai sull’orlo del tracollo politico (e altro). Non interessa qui rispondere a coloro che tenteranno di infangare ogni decisione dell’ottimo Draghi con la stupida accusa: “Ha lavorato per Goldman Sachs, per cui trama”, gia’ la “piovra di Wall Street”, la banca “che fa il lavoro di Dio” dal Britannia in poi dettando ogni strategia in Europa e nel resto del mondo (magari ne parliamo un’altra volta, visto che e’ stata proprio GS a truccare i bilanci della Grecia perche’ Atene entrasse, idiotamente, nell’euro; e mettiamo pure in chiaro che i cospirazionisti ignorano che Draghi all’epoca era direttore generale del ministero del Tesoro e che a Goldman Sachs e’ stato 3 anni e mezzo su 40 di carriera in altre istituzioni).

Tutti questi fatti o ipotesi sono veri o verosimili (una rapida ricerca su Google non vale!) e chiunque si occupi di economia, mercati e politica, come certamente i 500.000 lettori di Wall Street Italia, li conosce a memoria. La verita’ e’ che Mario Draghi, come nel famoso libro