BRASILE: LE PROSSIME SFIDE
DI LULA E COMPAGNI

di Redazione Wall Street Italia
28 Ottobre 2002 16:50

Come ampiamente scontato dagli exit poll, Luiz Inacio “Lula” da Silva e’ il nuovo presidente del Brasile. Si tratta del mandato con piu’ ampio consenso mai ottenuto da un candidato alle elezioni presidenziali (democratiche) nella storia del Paese sudamericano.

La domanda spontanea a questo punto e’: che cosa succedera’ adesso?

Nei prossimi 60 giorni, Lula e la sua squadra di transizione saranno sotto i riflettori del mercato internazionale. L’elezione di un candidato di sinistra che piu’ volte ha manifestato l’intenzione di adottare politiche economiche in aperto contrasto con i desiderata degli investitori internazionali istituzionali ha suscitato, in campagna elettorale, piu’ di una preoccupazione. Ora che il popolo carioca ha fatto la sua scelta, bisogna vedere quali saranno le prossime mosse del Paese.

Per ora, Lula e compagni possono contare su una fiducia a tempo del mercato finanziario internazionale. Il real (la moneta brasiliana) si e’ per il momento stabilizzato e in apertura di settimana ha guadagnato qualcosa rispetto a venerdi’, passando da 3,73 a 3,71 contro il dollaro USA.

Il primo momento di verifica sara’ la composizione della squadra economica che affianchera’ il nuovo Presidente. La figura su cui sono puntati gli occhi di tutti e’ quella del governatore della Banca Centrale.

Il governo ha sostanzialmente due possibilita’. L’attuale presidente del Paese, Cardoso, puo’, previo assenso di Lula, eleggere un nuovo governatore e farlo approvare dall’attuale parlamento prima che il suo mandato scada. In questo caso, la difficolta’ e’ individuare in tempi rapidi il personaggio adatto a lavorare in accordo con la squadra presidenziale e a tranquillizzare i mercati internazionali.

In alternativa, Cardoso puo’ rimandare la decisione e lasciare in carica l’attuale governatore Erminio Fraga. In questo caso, il Paese non avrebbe un nuovo leader della banca centrale prima della meta’ del 2003, quando cioe’ il nuovo Senato entrera’ nel pieno delle proprie funzioni.

Il mercato internazionale sembra preferire questa seconda opzione, che garantisce continuita’ nella difesa del cambio in una difficile fase di transizione. Secondo gli analisti, proprio l’ipotesi di una riconferma di Erminio Fraga avrebbe effetti benefici sul mercato obbligazionario del Paese.

Risolto questo nodo, l’appuntamento piu’ atteso sara’ quello della squadra presidenziale con i rappresentati del Fondo Monetario Internazionale. Secondo molti esperti, l’attuale programma economico di Lula (quello grazie al quale e’ stato eletto) e’ fondato su premesse non realistiche. Una crescita dell’economia del 3%, un aumento del minimo salariale del 5,5% e un tasso di cambio con il dollaro a 2,9 real entro la fine del 2003, solo per fare qualche esempio, non sembrano al momento obiettivi raggiungibili.

L’FMI fara’ probabilmente tutte le pressioni possibili per ottenere almeno un surplus primario del 5% del Pil nel 2003. Un risultato che non sembra raggiungibile senza una politica fiscale piu’ rigorosa di quella attuale.

E’ difficile azzardare previsioni in questo momento. Tuttavia, se mai ce ne fosse bisogno va sottolineato ancora una volta che la fiducia del mercati finanziari e’ molto piu’ difficile guadagnarsela che perderla.