Secondo i primi dati riferiti dalla televisione il candidato della sinistra ha vinto il ballottaggio con il 63% dei voti validi.
SAN PAOLO -«Agora è Lula» (Ora è Lula). L’ex tornitore meccanico ha stravinto il ballottaggio delle elezioni brasiliane e segna una storica svolta a sinistra del gigante sudamericano. Gli exit pollconfermano l’elezione di Luiz Inacio Lula da Silva a primo presidente di sinistra dal golpe militare del 1964, con un suffragio record che umilia il suo rivale al ballottaggio, il candidato di governo Josè Serra. Secondo gli exit poll il politico barbuto che proprio oggi compie 57 anni ha ottenuto ben il 63 per cento delle preferenze contro il 37 per cento di Serra. Quasi il doppio. Un exploit straordinario, che potrebbe addirittura collocare Lula nel libro dei Guinness come presidente più votato di tutta la storia occidentale, con un numero di voti superiore a quello record ottenuto dall’ex presidente americano Ronald Reagan nelle presidenziali dell’84. E per una volta il carnevale di San Paolo, la metropoli in cui vivono Lula e la nuova first lady di origine italiana Marisa Casa, batte quello di Rio.
LA FESTA – Le tradizionali bandiere rosse del
Partido dos Trabalhadores (PT) si sono mescolate a quelle bianche con stellina rossa della campagna elettorale «moderata» fra i grattacieli dell’Avenida Paulista. La notte della vittoria di Lula rischia di battere, in quanto a partecipazione e ad entusiasmo gridato, pianto e sambato, quelle dei cinque titoli calcistici mondiali. Il leader del maggior partito di sinistra dell’America Latina arriva infine al potere 13 anni dopo il primo dei suo quattro tentativi. Lo slogan di questa ultima campagna, «Agora è Lula», diventa adesso, dopo tanta attesa frustrata, l’urlo di sollievo di milioni di brasiliani raccolti in tutte le piazze, dall’Amazzonia alla frontiera con l’Uruguay, per festeggiare l’avvento di una nuova era politica.
LULA: «VIVIAMO UN PERIODO NUOVO» – La vittoria dell’ex sindacalista metalmeccanico rappresenta un terremoto politico senza precedenti per l’intera America Latina. Dopo un decennio di neoliberismo dilagante, la principale potenza regionale guida adesso, sulle ceneri del disastro argentino, una virata a sinistra. «Stiamo vivendo un momento nuovo nella storia del Brasile – ha detto Lula nel trasferirsi dal suo appartamentino di Sao Bernardo do Campo, suburbio industriale di San Paolo, al bagno di folla che lo attendeva nel centro della megalopoli -. Ora dovremo agire con molta tranquillità, perché il Brasile è in una situazione difficile. Ma sono convinto che il nostro paese sia più forte di qualsiasi crisi».