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BRACCIO DI FERRO TRA NASDAQ
E S&P 500

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*Gaetano Evangelista è amministratore di AGE Italia, una società specializzata in analisi e previsioni di borsa, nonché responsabile del sito di analisi tecnica www.ageitalia.net e di due newsletter sul mercato azionario italiano e sul Fib30.

(WSI) – La relativa debolezza del mercato azionario americano, incapace di migliorare i massimi di inizio anno, è coincisa con l’inizio di una fase di underperformance del Nasdaq rispetto allo S&P500. A partire da agosto questo rapporto si è invertito, ma non ha ancora definitivamente invertito tendenza.

Come si può notare dal grafico pubblicato a fondo pagina, la linea della forza relativa ottenuta come rapporto fra il Nasdaq Composite e lo S&P500 è cresciuta ininterrottamente fino all’inizio dell’anno. A febbraio la svolta, con il taglio del fascio di medie mobili e l’avvio di una fase di debolezza in termini relativi: da allora il Nasdaq è sceso di più – o è salito di meno – dello S&P500. I tentativi di avere ragione del fascio di medie mobili, ad inizio aprile e a fine giugno, si sono rivelati vano e sono stati pagati a caro prezzo.

E sì, perché “quello che non va bene per il Nasdaq, non va bene per l’intero mercato”, come si suole dire. A partire da metà agosto la linea della forza relativa è salita in maniera promettente, ma si è schiantata di recente contro il solito fascio di medie mobili.

Si comprende bene come in ottica bullish sarebbe assolutamente desiderabile registrare un taglio di questa resistenza dinamica e, alla luce dell’esperienza della scorsa primavera, un permanere per più di qualche seduta al di sopra di essa. Ciò porrebbe le premesse per una fase di overperformance, probabilmente simile a quella che ha caratterizzato buona parte del 2003 e l’inizio del 2004.

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