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Braccio di ferro tra euro e dollaro. Chi avrà la meglio?

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(WSI)-Ci aspettavamo alta volatilità venerdì, e così è stato. Sul dato relativo ai Non farm payrolls, il dollaro è stato venduto pesantemente contro tutti i fronti. Il dato corrispondente alle nuove buste paga nel settore non agricolo, ha sorpreso le aspettative del mercato, chiaramente a ribasso, facendo registrare per il mese di novembre un +39.000 unità, contro le aspettative che si muovevano tra +142.000 e + 150.000. Ad una prima lettura sembrerebbe un dato fortemente negativo.

Se però diamo uno sguardo più approfondito, risultano creati comunque dei posti di lavoro, anche se non ai ritmi di crescita ipotizzati, e anche se l’esiguo numero certamente non è felice (se lo mettiamo in relazione al numero dei disoccupati risulta comunque un’inezia), il dato precedente di +151.000 posti di lavoro creati, è stato rivisto non al ribasso questa volta, bensì a rialzo, aggiungendo 21.000 buste paga ai conteggi di ottobre.

E’ sufficiente questa rilevazione sullo stato occupazionale americano per vedere l’eurodollaro salire in maniera importante? E’ sufficiente un dato che dipinge una situazione che bene o male conosciamo (ossia lo stato del mercato del lavoro Usa), per distogliere tutte le attenzioni dal problema euro, che nelle ultime sedute è stato il vero market mover?

Per essere più precisi il market mover diretto delle ultimissime sedute è stato il mercato del credito europeo che creava fuga dal rischio, nel momento in cui gli spread tra titoli periferici ed i benchmark tedeschi si allargavano, determinando acquisti di dollari, vendita di euro e di borse ed acquisti lato commodities, mentre creava appetito per il rischio nel momento in cui queste tensioni venivano, anche in maniera blanda, stemperate. La risposta secondo noi è no.

EurUsd – grafico 4 ore

Almeno su un orizzonte temporale di medio periodo. Il fatto che la Fed abbia disposto 3,3 miliardi di dollari per il programma di emergenza del credito, gran parte dei quali sono già stati aggiudicati a banche europee sul finire di settimana scorsa, proprio mentre Trichet faceva capire che ci si muoverà, se necessario, stile Fed (nonostante il trattato) andando ad acquistare titoli di Paesi in difficoltà per cercare di dare una forte comunicazione di presenza, al fine di attenuare le speculazioni sul debito europeo, ci fa capire che il problema euro non può essere tenuto in considerazione soltanto per speculazioni di breve periodo, ma è ormai diventato un fattore da mettere sul piatto della bilancia che contiene gli argomenti ed i fenomeni di medio (se non lungo) periodo.

Adesso bisognerà cercare di capire quale delle due realtà (Eur o Usd) andrà ad essere punita dal mercato, perché per il momento ci sembra di assistere a forti folate di vento che riescono a far muovere violentemente la banderuola, senza però che arrivi quella corrente abbastanza duratura di vento, in grado di dare una direzione precisa per un buon periodo di tempo.

Tutto questo si traduce sui mercati con grande nervosismo e come abbiamo detto in apertura, in grande volatilità.

Per l’EurUsd, se osserviamo un grafico a 4 ore, vediamo come si stia tentando la rottura della linea di tendenza che accompagna il movimento ribassista dell’euro, da 1.4280, toccato ad inizio di novembre.

Il movimento di ripresa dell’euro, cominciato a metà settimana, ha portato la quotazione in prossimità del forte livello di resistenza, che avevamo indicato in 1.3280 (38.2% di ritracciamento del movimento di discesa da 1.3780 a 1.2970, ben visibile su un grafico orario), e proprio sui NFP l’ha spazzato via, facendo raggiungere con facilità il 50% del ritacciamento ipotizzato, e raggiungendo anche quota 1.3400, dove, dopo aver preso un po’ di stop nei venti punti successivi, il cambio si è fermato.

Ora ci troviamo a quota 1.3360, e proprio l’incertezza di cui abbiamo parlato deve farci propendere per l’individuazione di punti importanti per l’ingresso a mercato. L’eventuale rottura di 1.3400 potrebbe portare al 61.8% del movimento, intorno a 1.3470, al di sopra del quale troviamo 1.3500 come resistenza al 36 figura, e questo scenario verrebbe confermato soltanto in caso di non rottura a ribasso di 1.3300.

Forte discesa del cambio UsdJpy, che ha trovato un forte punto di supporto in area 82.50, dove si è formato un doppio minimo che è stato in grado di riportare la quotazione in area 83.00 un paio di volte, senza tuttavia riuscire a romperla.

Fino a quando non ci sposteremo da questi livelli è possibile assistere ad una fase laterale di mercato, considerando anche il fatto che oggi non ci saranno dati importanti ed il mercato forse avrà bisogno di una giornata più calma delle precedenti. In caso di rottura a rialzo, il livello da guardare con attenzione sarà 83.40-50, area in cui coincidono i minimi delle ultime quattro giornate di scambi successivamente alla mancata rottura del fatidico 84.30. Se la rottura dovesse invece avvenire a ribasso, un grafico giornaliero è in grado di farci capire le potenzialità del movimento ribassista che potrebbe innescarsi.

L’EurJpy è rimasto in fase laterale e questo è chiaro se ragioniamo sui movimenti dei due cambi principali dai quali è composto. 110.00 e 111.00 le aree da tenere in considerazione, la prima per non vedere il cambio ancora sui minimi di periodo, la seconda per vederne frenata la salita verso 112.00.

Buona anche la reazione del cable che dopo aver oltrepassato a rialzo l’importante livello di 1.5650, indicato come area chiave per una ripresa del cambio, ha conquistato area 1.5700, arrivando quasi al 58.

Per far sì che il movimento prosegua con forza occorre a nostro parere che non venga violato l’area 1.5725, dove possiamo trovare un’area di congestione venutasi a creare tra il 24 ed il 26 novembre scorsi e dove transita anche la media mobile esponenziale a 21 periodi, indicatore che solitamente funge da supporto (o resistenza) dinamico in caso di forti movimenti di ripresa. In caso contrario 1.5650 tornerà ad avere il ruolo di protagonista di breve periodo.

UsdChf, dopo la mancata rottura della resistenza dinamica di 1.0065, individuabile su un grafico giornaliero, è sceso pesantemente portandosi ben al di sotto della parità e fermandosi sopra 0.9700, per la precisione 0.9740, area coincidente con il 61.8% del ritracciamento di Fibonacci sul movimento da 0.9550 a 1.0065.

Questo diventa un livello importante per non vedere ulteriori scivolamenti verso i minimi storici, che potranno non essere toccati solo in caso di tenuta di 0.9600.

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