Per Umberto Bossi la vicenda delle escort è stata organizzata dalla mafia per ritorsione contro le leggi “pesantissime varate dal governo per combatterla”. “Penso che tutto sia stato messo in piedi dalla mafia – ha detto Bossi al suo arrivo a Pian del Re, dove ha rinnovato la cerimonia dell’ampolla – abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia. L’ho detto anche a Berlusconi: guarda che qui c’entra la mafia, chi ha in mano le prostitute è la mafia. Sono convinto che la mafia – ha ripetuto – ha organizzato questa roba qui”. Alla domanda se si è trattata di una ritorsione contro il governo, Bossi ha replicato: “Sì, esatto”.
“Dice di aprire agli immigrati? Se li porti a casa sua”. Così Umberto Bossi replica a chi gli chiede un commento alla richiesta di Gianfranco Fini al premier di cambiare marcia nel governo. Conversando con i giornalisti a Pian del Re, dove si è svolta l’annuale cerimonia del prelievo dell’acqua del Po, il leader della Lega afferma che “sull’immigrazione è stato fatto un accordo elettorale. E lui (Fini, ndr) è uno che mantiene i patti al di là di quello che ha detto. C’è un patto – ribadisce – e sono sicuro che lo manterrà”.
Sulla lotta intestina nel governo, e i commenti dei lettori, leggere anche:
FINI PUNTA AL RIBALTONE
Riguardo il suo recente attacco all’ex leader di An (“quello è matto”, ndr) Bossi dice: «Fini? Ognuno è libero di suicidarsi come vuole». «Ognuno è libero di fare quello che vuole – ha detto Bossi, rispondendo alla domanda di una militante leghista in piazza – ma dare il voto agli immigrati è una scelta sbagliata, non è quello che vuole la gente. Noi della Lega preferiamo stare con la gente». Poi il leader della Lega chiude con una battuta: «Aprire agli immigrati? Se li porti a casa sua». Bossi però, non dispera: «Sull’immigrazione – ha osservato – è stato fatto un accordo elettorale e Fini è uno che mantiene i patti, al di là di quello che ha detto. C’è un patto e sono sicuro che lo manterrà».
Sempre sul tema degli immigrati l’ipotesi di introdurre una norma per concedere l’asilo politico in mare non piace a Bossi, che afferma: “Non sono in grado di fare una valutazione su due piedi, ma secondo me no. Si fa la legge, poi la controlegge, ma se uno non può stare qui torni al suo paese. Non è un metodo giusto quello di entrare da clandestino, si entra regolarmente e democraticamente”. Vale lo stesso ragionamento, conclude Bossi, per la proposta di accorciare i tempi per diventare cittadini italiani: “Non bisogna aggirare la legge. La legge c’è e va applicata quella che c’è”.