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Bossi: “Trovare i soldi per la riforma fiscale tassando le banche cattive”

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Roma – Il leader della Lega Umberto Bossi propone di “tassare le grandi banche” (Sky TG24 ha parlato di “banche cattive”) e dice no alla proposta di Confindustria di riforma fiscale: “L’ho rifiutata. Ridurre le tasse dirette e recuperare i soldi sull’Iva? Ma così aumentano i costi per tutti, soprattutto per la povera gente”. La soluzione, secondo Bossi, è “non aumentare le tasse alle famiglie, che occorre aiutare. Tremonti ha detto che si può fare di tutto tranne che tassare le imprese, tassare gli artigiani e tassare i comuni”.

La riforma del fisco e’ pronta, entro il 18 giugno saranno resi noti i relativi studi, bisogna solo definire i ”meccanismi finanziari” per reperire quegli 80 miliardi necessari a coprire i costi del debito pubblico italiano.

E’ la risposta del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, dallo stesso palco della Festa della Cisl di Levico Terme, ha raccolto la sfida replivando al messaggio lanciato 24 ore prima dal suo collega di governo Roberto Maroni che gli aveva chiesto ”una riforma vera subito”, abbandonando la prudenza ”da ragionieri” per avere ”il coraggio di dare una scossa” ed evitare cosi’ di ”tirare a campare” per il resto della legislatura”, perche’ sarebbe ”disastroso” per il governo.

A lui si e’ rivolto senza mai nominarlo Tremonti, che si e’ detto ”non tormentato” ed ha risposto punto per punto a tutte le accuse: ”diro’ tutto quello che penso – ha affermato – ci sono cose in cui dimostri piu’ coraggio se le dici rispetto a se le taci”. Davanti ad una platea di sindacalisti cislini ha confessato di avere ”alcune idee da almeno un anno” in tema di riforma fiscale.

“Non e’ un problema di posizione personale – ha chiarito – la voglio fare e ho assolutamente le idee chiare”. Il problema, piu’ che di mancata determinazione, sembra che sia di tipo finanziario: ”non si puo’ andare al bar – ha avvertito – a dire ‘da bere per tutti’ e alla domanda ‘chi paga?’ rispondere ‘pagate voi”’. ”Sono tentato di dire – ha proseguito – vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi”.

Quanto all’accusa di essere un ”ragioniere”, Tremonti ha chiarito che ”tendere verso il pareggio di bilancio e’ saggio, avendo il terzo o quarto debito del mondo” e, soprattutto ”non e’ un obiettivo di ragioneria”. ”Tenere i conti in ordine – ha argomentato – in italiano vuol dire tenere il bilancio dello stato e noi abbiamo tenuto il bilancio in una crisi drammatica, abbiamo tenuto il risparmio delle famiglie e la coesione sociale, un qualche coraggio credo che il governo lo abbia dimostrato”. Tremonti ha poi risposto all’accusa di essere troppo dipendente dall’Europa che ”poi si presenta – aveva detto Maroni – con il ditino”.

”Abbiamo il terzo-quarto debito pubblico al mondo – gli ha replicato il superministro – dobbiamo seguire un percorso di rientro sul deficit non per vincolo europeo, perche’ l’Europa non e’ solo una convention di burocrati, ma se hai una moneta comune hai anche una reponsabilita’ comune”.

La riforma, che sara’ a ”deficit zero”, puntera’ sul recupero dell’evasione, piuttosto che su in inasprimento dell’Iva, che si potra’ prendere in considerazione solo ”in tempi e con andamenti diversi” per evitare ”una tendenza all’aumento dei prezzi”. Il recupero del mancato gettito e’ invece ”un enorme serbatoio, si e’ visto quello che ha dato, credo che possa ancora dare molto”. I 35 miliardi recuperati nel 2010 hanno consentito ”di mettere in sicurezza il sistema dell’assistenza e della previdenza sociale”, tanto che ”ora si puo’ pensare a un dividendo da evasione fiscale per i lavoratori e i giovani”. Per quanto riguarda le rendite finanziarie, invece, tema caro ai sindacati, ”si puo’ fare un ragionamento, ma non sono disposto a tassare il risparmio delle famiglie”.

Tra i due sfidanti il ministro per le riforme Umberto Bossi non ha dato torto a nessuno: ”Tremonti ha abbastanza ragione – ha detto salomonicamente – il problema e’ che bisogna trovare i soldi per fare la riforma fiscale, anche se i soldi a dire la verita’ li abbiamo gia’ trovati. La riforma si puo’ fare”.

Quanto al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, ospite del ring in cui si sono confrontati i due ministri, ha commentato che ”si capisce che vuol fare la riforma, lui personalmente alla fine ha confermato linee guida che a noi interessano, che vanno poi sviluppate e chiarite con il governo”. Poi il riconoscimento al ministro davanti alla platea: ”Tremonti – ha detto – e’ un ministro che ha dimostrato coraggio perche’ e’ andato contro corrente e secondo la corrente che i sindacati riformatori hanno voluto indicare”.