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Bossi sfacciato: nomina il Trota responsabile media della Lega

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(WSI) – Milano – La Padania, Radio Padania libera, Tele Padania. Da lunedì scorso, tutti i media del Carroccio hanno un nuovo responsabile: Renzo Bossi. Lo ha deciso Umberto, l’augusto genitore, su suggerimento di Roberto Calderoli. Il ruolo, fin qui, è stato ricoperto da Stefano Stefani. Ma in effetti, l’intervento del sottosegretario agli Esteri sulla stampa del movimento è sempre stato assolutamente limitato. Semmai, il dirigente vicentino si è occupato della Padania come membro del consiglio d’amministrazione del giornale, ma mai- o pochissimo- ha opinato sulle scelte editoriali.

Con Renzo Bossi, il non interventismo potrebbe terminare. Le ultime mosse del Carroccio sulla scena mediatica hanno dato la sensazione di una gestione, se non maldestra, quantomeno assai confusa. Priva di un indirizzo preciso. L’intervista a Pier Luigi Bersani, il via libera e poi lo stop alla trasmissione in collegamento tra Radio Padania e Lucia Annunziata sono state commentate a dir poco vivacemente nel movimento. Ancora ieri, onore al merito, il giornale di Alberto da Giussano riportava una lettera (titolo, «Un Carroccio imbarazzato» ) in cui un lettore parlava a chiare lettere di «brutta figura» nei confronti dell’Annunziata.

L’incarico a Renzo, che non ha commentato la designazione, va appunto nella direzione di superare l’ordine sparso con cui fin qui si è mosso il settore media del movimento. Resta il fatto che il disorientamento degli organi di informazione è soltanto il riflesso di un più generale problema di timone politico. I colonnelli padani non si stancano di ripeterlo: «Nessuna divisione tra base e dirigenza del movimento» . Eppure, ogni giorno si segnalano nuovi episodi che lasciano i militanti sempre più perplessi.

Per esempio, la battuta di Bossi su Maroni possibile premier («Non accetterebbe mai. Lui ha voglia di andare in pensione, ha voglia di andare al mare» ) ha suscitato una bufera di sms a tutti i livelli del partito. Né giovano i continui segnali di divisione che si manifestano nella culla del movimento, la Provincia di Varese. Esemplare l’ultimo episodio: per venerdì sera a Tradate è stato organizzato un convegno sul federalismo con il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, il sindaco di Besozzo Fabio Rizzi e Renzo Bossi.

Sennonché, sorpresa: sul manifesto che pubblicizza l’iniziativa non compaiono né Dario Galli – che oltre ad essere di Tradate è il presidente leghista della Provincia di Varese -, né addirittura Stefano Candiani, che di Tradate è il sindaco. Oltre ad essere, incidentalmente, il segretario del Carroccio varesino. I due esponenti padani non sono stati invitati. Entrambi assai vicini a Roberto Maroni ed entrambi, per questo, in rapporti non proprio idilliaci con Reguzzoni e il cosiddetto «cerchio magico» che circonda Umberto Bossi.

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