Sembrano lontane anni luce le giornate di rialzi entusiasmanti dei titoli tecnologici e delle piazze finanziarie: lo scenario che ci troviamo ad affrontare in questi ultimi tempi ha ridimensionato le aspettative di chi credeva che la borsa avesse ormai intrapreso un cammino comodo e facile, sempre al rialzo.
Quello che appare agli occhi di tutti è invece un’immagine deludente, con titoli che perdono nell’arco di una giornata percentuali a due cifre o, nei casi limite, la metà del proprio valore.
La domanda importante da porsi in momenti come questi è se l’investimento in borsa è di per sé sbagliato o semplicemente, nell’arco dei vari cicli, quello attuale sia solo un brutto “passaggio”.
E’ opportuno fare due conti: nell’ultimo mese, l’indice Nasdaq 100 ha fatto registrare una perdita del 13,70%, contro un –6,31% del Dow Jones e un –5,57% dell’ S&P. Dall’inizio dell’anno, l’indice dei titoli tecnologici ha lasciato sul campo il 12,63%,contro un –6,69% del Dow Jones e –2,45% dell’ S&P.
Uno scenario non certamente positivo, ma che permette una prima riflessione: l’ultimo mese ha certamente contribuito a peggiorare le performances da inizio anno in maniera significativa, ma l’investitore che, a inizio 2000, avesse effettuato degli acquisti, sarebbe potuto uscire quasi indenne un mese fa dalle sue posizioni.
D’altro canto, chi neanche a inizio anno avesse voluto entrare sui titoli tecnologici, avrebbe oggi una perdita meno pesante rispetto a chi invece ripose fiducia nella new economy.
Se estendiamo la nostra osservazione a un anno, notiamo che il Nasdaq 100 ha fatto registrare un incremento superiore al 30%, il Dow Jones è rimasto invariato e l’S&P ha realizzato un incremento di poco superiore al 6%.
Da quanto detto si evince che in un investimento a 12 mesi, la soddisfazione di chi ha preferito a suo tempo la old economy è inferiore a chi ha voluto dare fiducia ai nuovi settori e alle aziende della nuova economia. Una soddisfazione quest’ultima di tutto rispetto.
Facendo un passo ancora indietro e più precisamente all’inizio del 1998, notiamo che le perfeormaces del Nasdaq sono impressionanti: in 2 anni e 10 mesi, l’indice dei titoli tecnologici, ha fatto registrare un progresso del 228%, contro un incremento del 33% del Dow Jones e del 44,51% dell’S&P.
Appare evidente come l’invsetimento a medio lungo termine abbia reso molto bene a dispetto di quanto sta avvenendo in questi giorni sui mercati.
E’ curioso analizzare i settori del Nasdaq: dal 1998 a oggi, i settori più performanti sono stati quello delle biotecnologie, dei computer e delle telecomunicazioni. I finanziari, bancari e quelli dei trasporti sono quelli ad avere invece il segno negativo.
E nell’ultima settimana? La situazione è completamente rovesciata, con gli ultimi tre settori che limitano le perdite e i primi tre che invece tracollano.
In conclusione quindi, si può riassumere che nel lungo periodo i titoli della new economy, seppur soggetti a vendite continue in questi giorni, sono stati quelli che hanno dato le maggiori soddisfazioni agli investitori che non si sono lasciati scoraggiare da momenti di mercato negativi.
Mantenere la calma e valutare attentamente gli investimenti prima di metterli in atto rimane sempre una delle regole fondamentali da applicare in questi mercati. La fretta di prendere un treno in corsa non è mai cosa opportuna.
*analista di Onbanca