Ancora una settimana all’insegna delle vendite per i mercati Usa. Si tratta della quinta settimana consecutiva di ribassi; quel che e’ peggio, il segno ”meno” ha caratterizzato 12 delle ultime 14 settimane a Wall Street.
Il Dow Jones e’ arrivato a testare un nuovo minimo da inizio anno mentre Nasdaq e S&P500 (che e’ sotto quota 1.000) si sono pericolosamente avvicinati al livello toccato il 21 settembre, alla riapertura delle borse dopo gli attacchi terroristici contro New York e Washington.
Nonostante l’avvio positivo, in continuita’ con il rally di venerdi’ scorso, l’ottimismo che ha pervaso il mercato ad inizio settimana ha avuto durata effimera. I gravi avvenimenti internazionali hanno fatto da cornice alle notizie poco confortanti provenienti dal fronte societario. I dati positivi sulla fiducia dei consumatori e sull’attivita’ manifatturiera hanno avuto un effetto marginale.
Gli scambi sono stati inoltre caratterizzati da un’elevata volatilita’, dovuta al giorno delle tre streghe, cioe’ la scadenza di future, opzioni e opzioni sugli indici, in cui i gestori di portafoglio hanno chiuso le proprie posizioni.
I mercati azionari
I guadagni realizzati lunedi’ sono svaniti quando a meta’ settimana sono arrivati i profit warning di Advanced Micro Devices (AMD – Nyse) , Apple (AAPL – Nasdaq) e Ciena (CIEN – Nasdaq).
Tra i comparti piu’ penalizzati si distingue quello dei semiconduttori, trascinato al ribasso dale difficolta’ di Intel (INTC – Nasdaq). Il Philadelphia Semiconductor Index (SOX) ha ceduto questa settimana il 10%. Molto male il software (GSO), che ha perso il 7% nonostante gli utili di Oracle (ORCL – Nasdaq) abbiano battuto le aspettative. La societa’ ha infatti affermato che per il momento il quadro del settore rimane fosco. Il colosso Microsoft (MSFT – Nasdaq) e’ stato colpito da un giudizio negativo dalla banca d’affari SoundView Technology.
Il settore hardware (GHA) ha risentito delle perdite di Hewlett-Packard (HPQ – Nyse) e Dell (DELL – Nasdaq).
Anche IBM (IBM – Nyse), il cui titolo e’ stato colpito da una revisione al ribasso sugli utili dalla banca d’affari Morgan Stanley, ha pesato negativamente.
Molto negativo anche il comparto delle telecomunicazioni (XTC), che dopo il warning sul fatturato del secondo semestre di Nokia (NOK – Nyse) ha perso il 6%. Il biotech (BTK) (-6%) soffre delle difficolta’ di Genzyme (GENZ – Nasdaq), ai livelli minimi degli ultimi due anni, e di Merck (MRK – Nyse), sotto
osservazione per irregolarita’ contabili.
Ribasso piu’ contenuto per il settore farmaceutico (DRG) (-3%) e leggero rialzo per il finanziario (DJ_FIN) (+0,5%): i due settori erano stati protagonisti del rialzo degli indici di lunedi’.
Performance settimanale dei listini americani |
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Indici | Settimana del 7/6 | Settimana del 14/6 |
Settimana del 21/6 |
S&P500 | -39,62 (-3,71%) | -20,26 (-1,97%) | -18,08 (-1,80%) |
DJIA | -336,06 (-3,39%) |
-115,46 (-1,20%) | -220,08 (-2,33%) |
Nasdaq Comp. |
-80,25 (-4,97%) |
-30,74 (-2,00%) |
-63,8 (-4,24%) |
Fonte dati: Ufficio Studi WallStreetItalia |
I numeri sono relativi ai punti persi o guadagnati dai listini nella settimana di riferimento, mentre tra parentesi vengono riportate le performance percentuali.
I dati macroeconomici pubblicati in settimana
- Nuovi cantieri edili. Il dato ha segnato il rialzo piu’ significativo dal luglio del 1995. Il settore edilizio e’ in questo momento il testimonial piu’ convincente della ripresa dell’economia americana.
- Prezzi al consumo. Il pericolo inflazionistico per il momento e’ ancora sotto controllo e contribuisce a corroborare l’aspettativa che la Federal Reserve terra’ i tassi invariati.
- Sussidi di disoccupazione. Nonostante il dato sia stato leggermente peggiore delle stime, il numero di nuove richieste si tiene ancora al di sotto delle 400.000 unita’, soglia che gli analisti considerano tipica di un mercato del lavoro in recessione.
- Bilancia commerciale. Il dato e’ risultato in forte crescita, al di sopra delle aspettative. L’aumento della domanda di beni prodotti all’estero e quello del prezzo del petrolio hanno contribuito a determinare il deficit record.
- Superindice. Il compendio dei 10 dati economici del Conference Board di maggio non ha offerto grosse sorprese. A contribuire al lieve rialzo sostenuto dall’indicatore sono stati il calo dei sussidi di disoccupazione e dell’offerta di moneta.
- Philadelphia Fed.. Il dato si e’ rivelato sorprendentemente positivo, in crescita per il sesto mese consecutivo. Tra i componenti che hanno permesso il buon risultato sono da segnalare i nuovi ordini, il cui valore dal mese di aprile e’ raddoppiato. Ancora difficili, invece, le condizioni del mercato del lavoro.
Le obbligazioni:
Nonostante tra gli analisti sia diffusa la sensazione che il mercato si trovi in un contesto di ipercomprato, la corsa all’acquisto dei Titoli di Stato prosegue. Il rendimento del Treasury Bond a 10 anni ha raggiunto mercoledi’ quota 4,71%, il livello piu’ basso da inizio dicembre.
Piu’ che altro, le decisioni di investimento sono il riflesso della debolezza del mercato azionario e della convinzione che la Federal Reserve non aumentera’ i tassi. La pubblicazione di alcuni dati macroeconomici positivi a fine settimana ha tuttavia allentato la corsa agli acquisti, inducendo gli operatori ad incassare i profitti realizzati.
Il Dipartimento del Tesoro ha reso noto che lunedi’ prossimo procedera’ all’emissione di $32 miliardi di Titoli di Stato a tre e sei mesi.
- Tasso sui Treasury a 5 anni (FVX – CBOE)
- Tasso sui Treasury a 10 anni (TNX – CBOE)
Sul fronte delle obbligazioni societarie da segnalare la debolezza del comparto telecomunicazioni, con il downgrade da parte dell’agenzia di rating Moody’s sul debito di WorldCom (WCOM – Nasdaq), secondo operatore Usa su lunga distanza.
A tenere desto il mercato e’ intervenuta la decisione da parte di Verizon Global Funding, divisione finanziaria della prima compagnia telefonica locale Usa Verizon Communications (VZ – Nyse), di mettere sul mercato nuove obbligazioni per un valore di $2 miliardi.
Da segnalare, infine, l’annuncio del colosso dei computer Hewlett-Packard (HPQ – Nyse) della emissione di obbligazioni per $1,25 miliardi.
Il mercato valutario
Il dollaro si e’ ulteriormente indebolito nei confronti dell’euro. Il cambio e’ arrivato a superare quota $0,97, il livello piu’ basso da marzo 2000. La vulnerabilita’ del biglietto verde, accresciuta dalla debolezza del mercato azionario e dall’inasprimento delle tensioni internazionali, si e’ aggravata con la pubblicazione dei dati negativi sulla bilancia commerciale.
Il fatto che i ribassi di Wall Street della giornata di giovedi’ non si siano accompagnati ad un travaso di liquidita’ sul mercato delle obbligazioni di Stato Usa e’ indice che gli investitori iniziano a gradire di meno le attivita’ denominate in dollari. Qualora la discesa dovesse proseguire a ritmi elevati, si aprono scenari nuovi sul modo in cui reagiranno le economie modiali.
Le conclusioni
I profit warning lanciati in settimana hanno indebolito le attese per un’immediata ripresa della capacita’ delle aziende Usa di generare utili, e le ripercussioni sui mercati finanziari non si sono fatte attendere.
Questa situazione, alla lunga, potrebbe avere dei contraccolpi sul sistema economico: come ha affermato il direttore del Fondo Monetario Internazionale Horst Koehler, la ripresa economica mondiale e’ ancora incerta a causa della fragilita’ dei mercati finanziari e l’eccessiva volatilita’ dei titoli delle societa’ Usa.
A portare una nota di ottimismo e’ intervenuta la banca d’affari Merrill Lynch: dall’ultima indagine condotta, risulta infatti che il mercato finanziario mondiale e’ in ripresa.
Gli operatori, naturalmente, hanno un atteggiamento molto disincantato di fronte ai diversi scenari delineati dagli analisti. Persino i problemi geopolitici sembra che siano stati metabolizzati dal mercato, assumendo un ruolo piu’ circoscritto rispetto a quello che rivestivano alcune settimane fa.
La situazione macroeconomica e’ ancora importante, ma influenza il mercato soprattutto quando i dati sono negativi. Al momento l’unico elemento sul quale si concentra l’attenzione degli operatori e’ costituito dai risultati societari: solo se questi si riveleranno positivi il mercato tirera’ un sospiro di sollievo.
Tra i dati macroeconomici della prossima settimana segnaliamo:
- Index of Investors Optimism il 24 giugno (relativo a giugno)
- Fiducia conference board 25 giugno (relativo a giugno)
- Vendita case esistenti il 25 giugno (relativo ad maggio)
- Ordini di beni durevoli il 26 giugno (relativo ad maggio)
- Vendita case nuove il 26 giugno (relativo ad maggio)
- Sussidi di disoccupazione il 27 giugno (relativo alla settimana che si chiude il 22 giugno)
- Disoccupazione (%) il 27 giugno (relativo a maggio)
- Prodotto Interno Lordo-Def. il 27 giugno (relativo al primo trimestre)
- Vendite al dettaglio il 27 giugno (relativo a maggio)
- Reddito personale e Spese al consumo il 28 giugno (relativo a maggio)
- Fiducia Michigan-Def. il 28 giugno (relativo a giugno)
- Chicago PMI il 28 giugno (relativo a giugno)