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BORSE USA IN RALLY NELLA SETTIMANA DELL’INVASIONE

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L’invasione dell’Iraq e’ riuscita a cancellare parte delle incertezze che opprimevano i mercati da numerose settimane, dando luogo a un poderoso rally dei listini azionari.

Per il Dow Jones, infatti, quello registrato questa settimana e’ il rialzo maggiore dal 1982.

Rispetto a venerdi’ scorso, il Dow Jones e’ avanzato di 662,26 punti (+8,43%), portandosi a quota 8.521,97 mentre dall’inizio anno segna un rialzo di 180,34 punti (+2,16%). Rispetto a un anno fa, invece, l’indice industriale perde 1.905,7 punti (-18,28%).

Con un guadagno di 81,51 punti (+6,08%), il Nasdaq ha terminato la settimana a quota 1.421,84. Dalla chiusura del 31 dicembre l’indice hi-tech segna un progresso di 86,33 punti (+6,46%), mentre rispetto ai livelli di un anno fa accusa una perdita di 429,55 punti (-23,20%).

L’S&P 500 ha chiuso l’ottava a quota 895,89, con un guadagno di 62,62 punti (+7,51%). Dalla chiusura del 31 dicembre l’indice guadagna 16,07 punti (+1,83%), mentre su base perde 253,81 punti (-22,01%).

























































































































































INDICI DI BORSA Ticker Valore Variaz ultima
settimana %
Variaz da inizio
anno %
Variaz ultimi 12
mesi %
DJIA DJIA 8521.97 8.42% 2.16% -18.28%
S&P 500 SPX 895.89 7.51% 1.83% -22.01%
Nasdaq IXIC 1421.84 6.08% 6.46% -23.20%
Nasdaq 100 NDX 1092.37 6.00% 10.97% -26.64%
INDICI DI SETTORE Ticker Valore Variaz ultima
settimana %
Variaz da inizio
anno %
Variaz ultimi 12
mesi %
Semiconduttori SOX 336.06 10.11% 16.20% -43.74%
Oro-Argento XAU 63.15 -3.78% -17.73% -3.73%
Networking NWX 152.73 7.78% 16.86% -36.71%
Internet ECM 49.92 19.08% 13.61% -10.01%
Hardware GHA 173.11 8.13% 11.76% -28.20%
Petrolifero OIX 247.12 3.11% -4.90% -25.09%
Finananziario DJ_FIN 143.85 5.83% -2.61% -19.77%
Energia DJ_ENE 183.05 3.18% -2.25% -18.69%
Farmaceutico DRG 306.71 8.53% 2.75% -19.31%
Biotech BTK 349.78 7.89% 3.42% -34.66%
Difesa DFX 141.50 4.53% -12.45% -25.55%
Gas Naturale XNG 166.18 3.36% 13.73% -15.77%
Software GSO 106.67 0.53% 4.46% -36.35%
Retail RLX 286.58 10.10% 7.17% 10.10%
Wireless YLS 54.67 6.82% -22.45% -22.45%
Assicurazione DJ_INS 288.23 8.58% -3.03% -20.11%

Alcuni analisti sostengono che il recente rally sia solo l’inizio di una fase rialzista di lunga durata. “Qualunque pausa o arretramento (degli indici, ndr) nelle prossime due settimane dovrebbe essere considerata un’opportunita’ per comprare azioni”, ha osservato Richard McCabe, chief market analyst di Merrill Lynch.

Raffreddano gli entusiasmi, pero’, i dubbi sulla durata del conflitto, che, come ha avvertito lo stesso Bush, “potrebbe rivelarsi piu’ lungo e complicato di quanto ci si aspetta”.

Mentre molti investitori scontano uno scenario di guerra particolarmente positivo, infatti, da piu’ parti arrivano avvertimenti sugli sviluppi imprevedibili che il conflitto potrebbe riservare.

“E’ una straordinaria professione di fede concludere che la supremazia dell’esercito USA portera’ a una ‘vittoria perfetta’”, ha commentato il guru di Morgan Stanley, Stephen Roach, sottolineando la necessita’ di focalizzarsi sui fondamentali e non sulle emozioni.

IL MERCATO AZIONARIO:

Questa settimana e’ stata positiva soprattutto per i titoli delle banche d’affari, grazie alla brillante trimestrale di Bear Stearns (BSC – Nyse), cui hanno fatto seguito i risultati positivi di Morgan Stanley (MWD – Nyse), Goldman Sachs (GS – Nyse) e Lehman Brothers (LEH – Nyse). Rispetto alla chiusura di venerdi’ scorso, l’indice settoriale DJ_SCR ha messo a segno un rialzo superiore al 10%.

Cattive notizie sono invece arrivate dal comparto software, depresso dal warning sul fatturato di Oracle (ORCL – Nasdaq, -5%). I dati incoraggianti diffusi dalla società di ricerca Gartner Dataquest hanno tuttavia contribuito alla tenuta del settore, consentendo all’indice GSO di guadagnare lo 0,5%.

I DATI MACROECONOMICI DELLA SETTIMANA:

  • Nuovi cantieri edili. A febbraio l’indicatore e’ calato dell’11%, a 1,622 milioni di unita’, il livello piu’ basso dall’aprile 2002.
  • Sussidi di disoccupazione. Le nuove richieste la settimana scorsa sono diminuite di 4.000 unita’, a quota 421.000.
  • Prezzi al consumo. L’inflazione a febbraio si e’ attestata allo 0,6%. Il dato “core”, depurato cioe’ dalle componenti piu’ volatili, ha registrato un aumento dello 0,1%.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO:

La ritrovata fiducia di Wall Street si e’ tradotta in un calo delle quotazioni dei Treasury. Alla chiusura di venerdi’, il rendimento sui bond a 5 anni si e’ attestato al 3,08%, contro il 2,68% della settimana scorsa.
Lo yield sul Treasury a 10 anni, benchmark della categoria, e’ salito invece al 4,09% dal 3,70% di venerdi’ scorso. Per i prezzi si tratta del calo settimanale piu’ significativo dal dicembre 2001. Ricordiamo che il rendimento segue un andamento inverso rispetto ai prezzi.

Gli analisti di Merrill Lynch, tuttavia, consigliano agli investitori di incrementare le posizioni lunghe quando lo yield sui titoli di Stato si avvicina al “fair value”, individuato nel range 3,90%-4,04%.

IL MERCATO VALUTARIO:

La rimozione delle incertezze sul conflitto in Iraq ha consentito al dollaro di proseguire la corsa al rialzo nei confronti dell’euro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York, il cambio tra le due valute si e’ attestato a quota $1,0541, contro gli $1,0733 della settimana scorsa.

Grazie al recupero del 2,24% messo a segno nel mese di marzo, la perdita del biglietto verde nei confronti della moneta europea dall’inizio del 2003 si e’ ridotta allo 0,44%.

LE CONCLUSIONI:

A Wall Street molti ritengono (o sperano) che, superata la guerra, l’economia americana e i mercati finanziari torneranno a correre, cosi’ come avvenne dopo la prima Guerra del Golfo.

E’ importante sottolineare, pero’, come oggi la situazione sia ben piu’ precaria rispetto al 1991. E ne’ il Giappone ne’ la Germania sono in grado di sostituire gli USA come locomotiva dell’economia mondiale.

Lo stesso governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan, ha avvertito che i problemi degli Stati Uniti potrebbero essere strutturali e che difficilmente scompariranno con la deposizione di Saddam Hussein.