Apertura in ribasso per l’azionario a stelle e strisce, dopo i numeri nettamente peggiori delle attese sulla disoccupazione di agosto.
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Nonostante il tasso di disoccupazione sia sceso al 6,1% dal 6,2% di luglio, nel settore non agricolo sono stati persi ben 93.000 posti di lavoro, contro l’aumento di 18.000 posti stimato dal mercato. Si tratta del settimo calo consecutivo e della flessione piu’ consistente dal mese di marzo. Il 6,1% rappresenta un miglioramento, ma si tratta pur sempre dei livelli piu’ alti degli ultimi nove anni. Tra l’altro, il tasso e’ diminuito anche perche’ molta gente, frustrata dalle pessime condizioni del mercato, ha smesso di cercare lavoro.
Immediata la reazione del mercato obbligazionario, con il rendimento sul bond a 10 anni che e’ sceso subito al 4,42% contro il 4,50% della rilevazione immediatamente precedente alla diffusione del dato.
Al valutario, l’euro e’ schizzato subito a $1,10.
I numeri odierni sono l’ennesima conferma che il mercato del lavoro e’ la palla al piede dell’economia a stelle e strisce. L’azienda America rimane la piu’ efficiente al mondo, ma la mancata creazione di posti di lavoro mette in dubbio la solidita’ della ripresa.
Secondo Bill Dudley, chief economist di Goldman Sachs, l’economia USA ha bisogno di creare 150.000 posti di lavoro al mese per assorbire la crescita della popolazione. “Ma di miglioramenti significativi non se ne vedono: il comparto e’ ancora anemico”.
Sul fronte societario, il mercato ha accolto con favore l’aggiornamento infratrimestrale del colosso dei chip Intel (INTC – Nasdaq), che ieri, dopo la chiusura dei mercati, ha annunciato che il fatturato del terzo trimestre si attestera’ nella parte alta delle precedenti stime, tra $7,6 e $7,8 miliardi, pari ad una crescita di circa il 17%. Ma secondo alcuni analisti, le buone notizie potrebbero essere gia’ scontate dal titolo.
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