Confortate anche dal trend dei futures Usa, che puntano verso l’alto dopo il sì di Obama all’estensione dei tagli alle tasse , le borse europee continuano a mantenersi saldamente in territorio positivo. L’attesa a questo punto è per le notizie che arriveranno dal fronte economico Usa . L’agenda macroeconomica di oggi è però piuttosto scarna.
In America, i riflettori sono puntati comunque soprattutto sulla “resa” di Obama, che dopo la vittoria repubblicana al Congresso delle elezioni di poche settimane fa, si è trovato in un certo senso costretto a dare l’ok agli incentivi fiscali che erano stati promossi dal suo predecessore Bush. Wall Street al momento festeggia, con i futures sul Dow Jones che volano di 85 punti, quelli sul Nasdaq che crescono di 20 punti, e quelli sullo S&P 500 che avanzano di 11,40 punti.
Tornando in Europa, alle 13 circa ora italiana, il Ftse Mib sale dello 0,96%, rimanendo ancora sopra quota 20.100 punti; guadagni più consistenti per Londra, che balza dell’1,11% e soprattutto per Parigi, che balza più del 2%. Francoforte fa +0,98% mentre è positiva ancora Madrid, con un +0,58%. Il merito degli acquisti è decisamente il clima più tranquillo che si respira nel mercato dei titoli di stato.
Lo spread tra Btp-Bund viaggia a 167 punti dai 164 di ieri, quello della Spagna a 237 dai 234 di ieri, quello del Portogallo a 315 da 312.
Da segnalare comunque che il Bund decennale tedesco viaggia con un rendimento compreso tra il 2,88% e il 2,90%. In un mese, nonostante la Germania sia considerata il paese finanziariamente piu’ sicuro, il rendimento del Bund e’ salito di ben 65 punti base. Inoltre, per la prima volta in un anno, il rendimento dei titoli di stato tedeschi a lunga scadenza sta per superare l’equivalente americano. Da ciò si può arrivare a evincere che la Germania è a rischio, forse anche più degli Usa.
Si spiega così forse la decisione della cancelliera Merkel di osteggiare la proposta di Tremonti e Juncker relativa all’emissione degli eurobond.
Restano sullo sfondo i timori per la crisi debitoria della Zona Euro, oltre alla preoccupazione per un’imminente stretta monetaria in Cina. Secondo il quotidiano China Securities Journal la Banca centrale cinese avrebbe preso la consuetudine di alzare i tassi immediatamente prima della diffusione dei dati sui prezzi al consumo, in agenda per lunedì.
Tornando al Ftse Mib, ancora male Mediaset, che ha visto Credit Suisse tagliare il rating da neutral a underperform; il titolo perde quasi il 3%. In rialzo invece Fiat, Exor che salgono tra il 2,8% e il 3% e i titoli del cemento come Italcementi e Buzzi. Molto bene anche Generali (+2,12%). Sul paniere principale domina il segno positivo. Volumi non molto consistenti, in attesa della festività di domani.
Occhi puntati oggi -oltre che sull’Ecofin- anche sull’Irlanda, con il governo di Brian Cowen che oggi tenterà di far approvare il bilancio 2011. In caso di fumata nera si innescherebbe una reazione a catena di eventi negativi, primo fra tutti il mancato avvio del pacchetto di salvataggio a favore del paese deciso dall’Unione europea.
Sul mercato valutario, a New York l’euro recupera nei confronti del biglietto verde a 1,3365 dollari, mentre sale anche sullo yen a 110,40. Il dollaro cede invece sulla valuta nipponica a 82,59.
Volano ancora le commodities: i futures sul petrolio quotati sul Nymex superano i 90 dollari al barile, a 90,40 dollari al barile, al massimo degli ultimi due anni, crescendo di 1,02 dollari, mentre l’oro scambiato sul Comex tocca nuovi livelli record a 1.428,5 dollari l’oncia.