Verso la fine della mattinata di contrattazioni, i listini del Vecchio Continente ingranano di nuovo la marcia. Francoforte, che aveva virato lievemente in territorio negativo, sale alle 12 circa ora italiana dello 0,21%, Parigi guadagna lo 0,78% e Bruxelles recupera crescendo dello 0,23%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib, che a un certo punto aveva virato anch’essa in rosso, mette a segno ora un balzo dell’1% circa.
Buone indicazioni arrivano dai futures Usa. I contratti sul Dow Jones, sul Nasdaq e sullo S&P sembrano anticipare infatti un’altra giornata all’insegna degli acquisti per Wall Street, dopo i poderosi rialzi della giornata di ieri.
La giornata rimane positiva intanto per l’euro, che si conferma sostenuto questa mattina, scambiando sulla soglia degli 1,21 USD, recuperati ieri in seguito all’esito della riunione di politica monetaria della BCE.
Di fatto, nella giornata di ieri, l’Eurotower ha confermato un livello dei tassi di interesse invariato all’1%, come ampiamente atteso, sottolineando che c’è una modesta ripresa dell’economia dell’Eurozona, seppur irregolare.
La BCE ha comunque rialzato le previsioni di crescita per l’anno in corso, mentre il numero uno della banca centrale europea, Jean Claude Trichet, ha giudicato positive le manovre correttive di bilancio implementate da alcuni Paesi della Zona Euro con elevati livelli di debito ed ha definito l’euro una moneta molto credibile, capace di difendere la stabilità dei prezzi.
Di qui, la rinnovata fiducia sui mercati azionari, che ha contagiato anche l’Asia.
Le Borse asiatiche sono salite infatti seguendo la buona chiusura dei mercati europei di ieri e soprattutto di Wall Street. Alle piazze azionarie dell’Estremo Oriente e del Pacifico, che si trovano ai massimi dell’ultima settimana, hanno fatto bene anche le stime di aumento della spesa per il rinnovo tecnologico delle aziende e gli interventi annunciati dalla Bce per tenere sotto controllo il debito dei Paesi euro. La Borsa asiatica piu’ in salute e’ stata Tokyo, che ha chiuso in crescita dell’1,70%.
Tuttavia, a fronte dell’incoraggiamento arrivato con le parole di Trichet, nuovi segnali confermano le sfide a cui fa fronte l’economia globale.
Preoccupa per esempio l’inflazione della Cina, che è aumentata in maggio del 3,1%, superando il tetto del 3% che era stato fissato dal governo di Pechino.
Il dato diffuso dall’Ufficio Nazionale di Statistica conferma le preoccupazioni sul livello dei prezzi, cresciuti dopo un’ondata di scioperi nelle regioni industriali del Paese che ha portato ad aumenti dei salari degli operai.
Ciò che temono di più i mercati è a questo punto la risposta che le autorità di Pechino potrebbero decidere di dare per contrastare il surriscaldamento della loro economia: ovviamente lo spettro che più di tutti non fa dormire gli operatori è il rischio di un rialzo dei tassi di interesse in quel paese che si è confermato finora, insieme a pochi altri, il traino della congiuntura economica globale.
Ma a fare da contraltare è la buona notizia che riguarda le banche europee. Riferendosi a trenta istituti su cui ha condotto un proprio stress test, l’agenzia di rating Moody’s ha affermato infatti che l’esposizione ai debiti dei paesi Pigs è gestibile, allentando le tensioni ben presenti sui mercati e relative al rischio di una forte crisi del sistema finanziario Ue.