Milano – Condizionate anche dall’indecisione di Wall Street , le borse europee hanno chiuso la sessione in territorio negativo.
A incidere, oltre alle prese di profitto, sono stati anche i timori sui conti pubblici europei che, dopo essere rimasti dietro le quinte per molto tempo, con la Libia e i problemi del Giappone unici protagonisti da una settimana a questa parte, sono tornati a far capolino.
Nonostante l’accordo raggiunto dall’Unione europea sul Fondo salva stati, la questione dei Piigs è infatti ben lungi dall’essere risolta, come dimostra il forte rialzo segnato oggi dai rendimenti dei bond a due anni dell’Irlanda e della Grecia. Diversi rumor hanno indicato anche l’aumento di un rischio di default dell’Irlanda.
Inoltre, il balzo del petrolio successivo all’improvviso intensificarsi del conflitto israeliano ha pesato sui listini.
FTSE 100 5,762.71 -23.38 -0.40%
DAX 6,780.97 -35.15 -0.52%
CAC 40 3,892.71 -11.74 -0.30%
Le borse del Vecchio Continente hanno concluso così la seduta in rosso: Parigi ha ceduto lo 0,3%, Francoforte lo 0,52%, Londra lo 0,4%. Poco convincente la prova del Ftse Mib (+0,14%). In definitiva, fin dall’inizio della sessione, i listini europei avevano accolto il rally di Tokyo, senza mostrare grandi entusiasmi.
Eppure quella di oggi, sia per i listini europei che per quelli americani potrebbe essere solo una pausa. Il trend infatti rimane rialzista e l’approdo sui mercati dei cigni neri è stato accolto con un fondo di ottimismo da parte degli operatori.
Sul fronte valutario l’euro è tornato a scendere a New York, dopo aver testato il massimo degli ultimi cinque mesi, a $1,4207. La moneta unica ha perso terreno anche contro lo yen a 115,08. Sulla moneta nipponica ha perso anche il dollaro, a quota 81.
Sul fronte delle commodities, futures con scadenza ad aprile hanno segnato per l’appunto un balzo inatteso salendo più di un dollaro a $104,22 al barile. In crescita anche il Brent, che a Londra ha è salito a $115,69, in rialzo di 73 centesimi.
Da segnalare tuttavia, guardando più in generale, che complice anche la situazione che vive il Giappone gli hedge fund hanno ridotto le loro scommesse sulle commodities al ritmo più veloce in otto mesi. Ma è molto probabile che questa loro strategia sia relativa solo a un periodo di breve termine .
Tornando a Piazza Affari, a Milano ancora sotto i riflettori la saga Parmalat: la francese Lactalis ha infatti aumentato prima la partecipazione al 13,7%, e poi ha rilevato anche quote di partecipazioni in mano ai fondi esteri che detengono quote nel capitale della società di Collecchio, arrivando fino al 29% del capitale, ovvero poco al di sotto della soglia del 30% che farebbe scattare un obbligo di Opa.
Il titolo è stato sospeso prima al rialzo, per poi arrivare a cedere nel finale il 7%, in attesa delle prossime mosse del governo, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe anche decidere di sterilizzare le quote in mano ai francesi al 2%.
Tra gli altri titoli negativi anche Fonsai (-1,5%), su cui si è spento l’appeal speculativo degli ultimi giorni; male poi Fiat (-1,4%) e Mediobanca (oltre -1,5%). In crescita Enel (quasi +1,5%), Generali (oltre +1%) e soprattutto Ansaldo (+4% circa), dopo la vittoria di una commessa per la costruzione della nuova metropolitana di Honolulu.